Parco d’affaccio di Ostia Antica da 1,5 milioni già in abbandono, poco dopo l’inaugurazione (VIDEO FOTO)

Parco d’Affaccio a Ostia Antica rischia di diventare un simbolo di spreco e abbandono, tra incuria, piante morte e mancanza di sorveglianza

Appena inaugurato e già messo male. Era stato presentato come un fiore all’occhiello, uno dei cinque parchi che avrebbero dovuto impreziosire Roma grazie ai fondi del Giubileo 2025. Eppure, a poche settimane dal taglio del nastro, il 17 maggio, il Parco d’affaccio di Ostia Antica, nel X Municipio, a pochi passi dagli scavi archeologici, mostra i primi, preoccupanti, segni di abbandono.

Parco d’Affaccio a Ostia Antica rischia di diventare un simbolo di spreco e abbandono, tra incuria, piante morte e mancanza di sorveglianza

A denunciare la realtà desolante è Ecoitaliasolidale, attraverso un sopralluogo di Piergiorgio Benvenuti, presidente nazionale del movimento ambientalista, insieme a Gaetano Di Staso, responsabile per il X Municipio, in risposta alle crescenti segnalazioni dei cittadini.

Abbiamo trovato un parco che, sulla carta, era un’opportunità preziosa – dichiara Benvenuti – ma che già oggi è un esempio lampante di trascuratezza. Piante che agonizzano, aiuole lasciate incolte, un impianto di irrigazione fantasma, l’assenza totale di ombra, servizi igienici inesistenti e nessuna sorveglianza, neppure notturna”. 

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L’allarme è chiaro: un investimento di oltre 1,5 milioni di euro, frutto dei fondi giubilari, rischia di evaporare per la semplice mancanza di manutenzione ordinaria. Ecoitaliasolidale non usa mezzi termini: “Serve un intervento immediato. Non si può permettere che un’opera così importante si trasformi in un rudere prima ancora di fiorire”.

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Oltre Ostia: L’Urgenza di un Parco Nazionale per il Tevere

Il problema non è solo estetico. L’assenza di sorveglianza notturna nelParco d’Affaccio di Ostia Antica, unita alla scarsa manutenzione, crea un ambiente che potrebbe presto diventare ricettacolo di degrado e insicurezza. Il movimento ambientalista chiede al Campidoglio non solo di correre ai ripari ma di mettere in atto una strategia a lungo termine che includa la cura del verde con il coinvolgimento attivo delle realtà locali attraverso i “patti di collaborazione”, spesso annunciati ma raramente concretizzati.

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L’associazione propone una visione più ampia, quella di un Parco Nazionale che tuteli l’intero corso del Tevere, un’area di 80mila ettari che attraversa quattro regioni, otto province e 82 comuni, compreso il bacino dell’Aniene. “Il Tevere non è solo un fiume, ma un simbolo identitario e culturale – spiega Benvenuti – Per valorizzarlo serve una strategia unitaria e di lungo termine, che lo renda il sesto Parco Nazionale italiano per estensione”.

Le proposte per far rinascere il Tevere

Ecoitaliasolidale propone alcune soluzioni per far “rinascere” il Tevere:

  • battelli elettrici, navigare sostenibile: l’idea è quella di ripristinare la navigabilità del Tevere con una flotta di battelli elettrici o ibridi, collegando Fiumicino a Castel Giubileo;
  • il Museo del Tevere, accanto alla mobilità, la cultura. Il movimento sogna un “Museo del Tevere” da realizzare nel quadrante Marconi-Ostiense, riqualificando un’area di archeologia industriale oggi abbandonata. Un polo innovativo, multimediale e interattivo, per raccontare la storia, l’ecologia e le mille vite del fiume.

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Infine, l’obiettivo più prestigioso: la candidatura dell’intero corso del Tevere a Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Sulla scia di grandi fiumi europei come Senna e Danubio, il Tevere, che abbraccia Roma (già patrimonio), la Foresta Fossile di Dunarobba e innumerevoli siti archeologici e naturalistici, merita un riconoscimento globale.