La situazione alla Crik Crok di Pomezia – città alle porte di Roma – lo storico marchio di prodotti salati, è drammatica e non lascia più spazio a promesse vuote. I lavoratori da troppo tempo vivono una condizione di profonda precarietà economica e umana, vedono il loro futuro sempre più appeso a un filo. Le organizzazioni sindacali lanciano l’allarme e chiedono risposte concrete.
La situazione della Crik Crok di Pomezia è preoccupante, il futuro di centinaia di lavoratori e dello stabilimento è in bilico
La produzione nello stabilimento è ridotta ai minimi termini e le giornate lavorative sono diventate un miraggio. Ma la beffa più grande arriva dalla cassa integrazione straordinaria che non è ancora stata pagata.
Molte famiglie sono ormai allo stremo, senza un reddito che garantisca la sopravvivenza. “Chi lavora ha continuato a farlo con responsabilità e dignità – denunciano i sindacati Fai Cils, Fai Cgil e Uila Uil – ma questo impegno non è stato ripagato”.
A complicare ulteriormente la situazione, la recente presentazione di un nuovo concordato preventivo da parte dell’azienda, che alimenta ulteriori dubbi sul futuro produttivo e occupazionale di Crik Crok. In ballo c’è il futuro di centinaia di lavoratori.
I sindacati richiedono un’accelerazione delle procedure legali per definire rapidamente la situazione e tutelare i posti di lavoro.
Non solo posti di lavoro: a rischio la tenuta sociale del territorio
La posta in gioco va oltre la semplice perdita di posti di lavoro: è a rischio la sopravvivenza stessa di una realtà produttiva storica per il territorio di Pomezia, con un valore sociale e industriale che difficilmente può essere sostituito.
La possibile chiusura lascerebbe dietro di sé una lunga scia di disoccupazione e difficoltà.
Sindacati in pressing: richieste chiare e urgenti
Le organizzazioni sindacali ribadiscono con forza le richieste:
- il pagamento immediato della Cigs da parte dell’Inps e il saldo di tutti i crediti dovuti;
- un sostegno economico urgente per garantire condizioni di vita dignitose a chi è senza salario;
- trasparenza sulle reali prospettive industriali e occupazionali, con la fine di promesse non mantenute;
- infine, una rapida definizione giudiziaria da parte del Tribunale per decidere il futuro dell’azienda.
“Non è più tollerabile che il peso della crisi ricada esclusivamente su chi lavora”, affermano i sindacati che chiedono che le parole lascino finalmente spazio ai fatti.
Emanuela Droghei, consigliera Pd Regione Lazio
Emanuela Droghei chiede un intervento immediato per salvare i posti di lavoro nello stabilimento: “Non possiamo restare fermi, serve un tavolo di crisi urgente con Regione Lazio e Ministero“, afferma la consigliera Pd della Regione Lazio che aggiunge: “Siamo al fianco dei lavoratori e dei sindacati che chiedono chiarezza da mesi”.
Rivolgendosi alla proprietà, insiste: “Devono chiarire le loro intenzioni, vogliamo trasparenza sul piano industriale, investimenti e garanzie occupazionali”.
Infine sottolinea: “Le istituzioni devono essere presenti per difendere lavoro, dignità e patrimonio produttivo. I lavoratori non devono essere lasciati soli”.