Oggi la Procura di Roma ha ordinato il sequestro dello stabilimento balneare “Il Capanno” di Ostia. E’ l’ottavo impianto messo sotto sigilli nell’ultimo anno. E come per gli altri sette l’accusa è di abusivismo edilizio e quindi di occupazione senza titolo del Demanio marittimo. Peraltro, si segnala tra i corridoi del Campidoglio, mancano all’appello ancora altri tre lidi in concessione.
La Procura ha sequestrato oggi l’ottavo stabilimento ritenuto gravato da abusi edilizi commessi prima del 1985. Nel 2015 tre commissari prefettizi e le forze dell’ordine indagarono su tutta Ostia ma non scoprirono nulla
E’ giusto che la magistratura insieme con Guardia di Finanza e Polizia locale facciano il loro lavoro. Chi ha fatto il furbetto su un bene che è di tutti, anche se concesso dietro corrispettivo canone, non ha diritto di restare a condurre lì il suo business. Magari ci sarebbe da dire qualcosa sui tempi, se non altro perché la vicenda riguarda decine di lavoratori delle spiagge che dall’oggi al domani si sono trovati senza un posto e senza prospettiva di poter in qualche recuperare in altre aziende una stagione che è ampiamente inoltrata.
Per riassumere date e luoghi: lo Shilling è stato sequestrato il 3 luglio di un anno fa, Mariposa, Peppino a Mare, La spiaggia di Bettina e Bungalow il 20 maggio scorso e Il Venezia l’11 giugno. L’Aneme e Core, dichiarato anch’esso abusivo, è stato abbandonato dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati che lo gestiva. Il Condominio Maresole, che non è uno stabilimento balneare nel senso stretto del termine, è chiuso per le stesse ragioni. Nel 2022 un magistrato sequestrò per otto mesi il Salus per presunti abusi edilizi ammettendo alla fine che, in ragione delle leggere difformità, il provvedimento era stato “sproporzionato ed eccessivo”.
Come mai i sequestri a stagione iniziata?
Se è vero che tutto nasce dal rigetto delle domande di condono edilizio presentate nel 1985 da parte dei concessionari contravventori e, soprattutto, che l’inchiesta della Procura si sovrappone alle indagini sulle consistenze demaniali condotte in passato da “Risorse per Roma” e concluse prima del bando capitolino del 14 febbraio, qualcosa non torna. Sempre restando in tema di opportunità e tempistiche, se le questioni legate agli abusi edilizi erano notte prima del 14 febbraio ultimo scorso, perché si è consentito di avviare la stagione balneare e riscuotere dagli abbonati le quote per il noleggio di cabine, lettini e ombrelloni? E’ vero: la giustizia in Italia è lenta ma arriva. Stavolta, però, è arrivata in un momento nel quale certe decisioni cancellano posti di lavoro, rovinano le vacanze ai bagnanti e rischiano di non far recuperare gli abbonamenti già pagati.
Un Commissariamento da operetta
Altre domande, poi, si pongono tra quanti ricordano il Commissariamento del Decimo Municipio e, in qualche modo, lo ricollegano ai tempi bui di oggi. Nel 2015, in seguito allo scandalo di Mafia Capitale, Prefettura e Ministro dell’Interno decisero di commissariare l’amministrazione locale per forti condizionamenti da parte della criminalità organizzata. Recentemente il prefetto Franco Gabrielli che stese la relazione determinante per quel Commissariamento ha ammesso che doveva essere commissariato il Campidoglio e che Ostia fu l’agnello sacrificale, peraltro adottando una supercazzola giuridica (parole sue). Questo, però, è un altro tema.
Qui ci interessa evidenziare che quel commissariamento portò nel Palazzo del Governatorato tre prefetti con pieni poteri per amministrare e passare al setaccio per ben 25 mesi l’attività amministrativa degli anni precedenti, ponendo un nuovo assetto di legalità e controllo. Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia locale, d’intesa con la Procura, passarono ai raggi x le attività, i permessi, le licenze legate a ogni aspetto economico e finanziario di Ostia. Imprese balneari incluse.
Ora, ci si chiede, come mai lo Stato, in tutte le sue articolazioni, dieci anni fa non notò anomalie sulle spiagge e oggi, piena stagione balneare 2025, emerge in tutti i suoi drammatici effetti collaterali una casbah senza regole sugli arenili di quello che, lo dice il sindaco Roberto Gualtieri, è il mare di Roma?