È una storia triste e dolorosa quella che arriva da Cerveteri, dove un gatto è morto dopo ore di sofferenza. La denuncia di una residente e di una volontaria: “Nessuno è intervenuto per aiutarlo”.
Il gatto, portato in condizioni critiche dal veterinario, non ce l’ha fatta
Il gatto era comparso circa un mese fa nei pressi di un condominio con piscina a Cerveteri. Nella giornata di ieri, 24 giugno, il micio ha iniziato a mostrare segni di grave malessere, probabilmente anche a causa della disidratazione e del caldo eccessivo.
Barcollante e in evidente difficoltà, il gatto si era avvicinato alla piscina, forse cercando dell’acqua o qualcuno che lo aiutasse.
A raccontare la vicenda è Gaia Albertoni, residente della zona che si prende cura di alcuni gatti del quartiere.
“La giovane bagnina della piscina condominiale – spiega Gaia Albertoni – ha provato ad aiutarlo con i suoi mezzi, telefonando ovunque, ma nessuno è intervenuto. Tengo a precisare che io non ho una colonia né faccio la volontaria. Semplicemente mi occupo dei gatti e non mi giro dall’altra parte. Il gatto ad un certo punto, non si sa come, si è infilato nello stanzino della piscina dove è stato chiuso a chiave, su suggerimento dei responsabili, senza sincerarsi che il gatto fosse realmente ancora vivo”.
La corsa, purtroppo inutile, dal veterinario
Questa mattina, martedì 25 giugno, Gaia è stata informata della situazione e, insieme a una volontaria, ha recuperato il gatto. Ancora vivo, ma in condizioni critiche, è stato immediatamente portato dal veterinario.
“Quando siamo arrivate – racconta – il gatto era agonizzante, ma ancora cosciente. Il medico ha riscontrato una grave infezione alla bocca, che probabilmente gli impediva di alimentarsi. A questo si è aggiunto un colpo di calore, favorito dalle alte temperature e dalla mancanza di acqua”.
“Arrivato con una temperatura di 32° – aggiunge la volontaria che è andata dal veterinario insieme a Gaia – sotto i limiti di sopravvivenza, magari anche solo una coperta o una ciotola di acqua avrebbero potuto fare la differenza, o magari anche non chiudere a chiave quel maledetto ripostiglio. Siamo state lì con lui tutta mattina, da poco ho saputo che purtroppo il micio non ce l’ha fatta”.