Fiumicino, allarme incendi tra i cantieri affacciati sul Tevere: la vegetazione soffoca le strade

Allarme incendi tra i cantieri affacciati sul Tevere i titolari sollecitano interventi urgenti anche dal Comune di Fiumicino

E’ allarme incendi tra i cantieri affacciati sul Tevere, lungo la sponda sinistra del canale navigabile di Fiumara Grande.

Allarme incendi tra i cantieri affacciati sul Tevere i titolari sollecitano interventi urgenti anche da parte del Comune di Fiumicino

Su via Monte Cengio e via Falsarego, ormai, la vegetazione, fatta di cespugli e canneti impenetrabili soffoca le strade, e richiama alla mente il disastro del rogo che lo scorso anno tenne impegnate quattro autobotti dei vigili del fuoco per due giorni prima di riuscire a domarlo.

L’incendio risale alle prime ore del mattino del 13 maggio del 2024 quando le squadre provenienti da Ostia intervennero per circoscrivere le fiamme divampate all’interno di un rimessaggio nautico in via della Scafa. Quattro le imbarcazioni di lunghezza variabile tra i 12 e i 18 metri che furono aggredite dal fuoco.

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Abbiamo il terrore che se la Regione, competente per lo sfalcio del verde nell’area golenale non interverrà tempestivamente quanto accaduto possa ripetersi”, avverte Massimo Cimini titolare di Blu&Green Yachting Club, una società che si occupa di servizi all’interno degli otto cantieri posizionati, su una lunghezza di circa due chilometri, di fronte alla strada ormai invasa da fogliame e canneti fitti come in una giungla.

Girando in zona mi sono reso conto della gravità della situazione e la paura di un nuovo incendio in queste giornate di caldo torrido è tornata a crescere”, incalza Cimini.

Un rischio che torna ad affacciarsi alla soglia dell’estate

Un timore più che fondato alla luce dell’incendio divampato per autocombustione in un vivaio di via Trincea della Frasche, sabato scorso 7 giugno, a poca distanza dal canale navigabile del Tevere.

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” Se gli uffici non provvedono con urgenza alla rimozione delle sterpaglie e alla pulizia degli argini e a ridosso dei cantieri si ripeteranno le scene già viste in passato -aggiunge Cimini- e il fatto che l’incendio scoppi magari poco lontano non riduce il livello di pericolosità. I lapilli mischiati alla cenere e alla polvere trascinata dal vento hanno già attaccato le nostre barche che hanno scafi in vetroresina e coperture di teli plastificati altamente infiammabili”.

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Ma lo stato di degrado in cui versano praticamente tutte e strade che, da via dell’aeroporto si insinuano nella zona a ridosso del fiume, esponendo le attività dei concessionari alla spada di Damocle del fuoco è solo una delle emergenze in cui versa l’area.

Lo scandalo dei ‘padroncini’ e di chi ha trasformato la golena in una discarica

I cespugli e il fogliame molto fitti e il fatto che queste vie siano prive di illuminazione -spiega Cimini- attraggono come una calamita i padroncini che, nottetempo, gettano in mezzo ai rovi materiali edili di scarto, mattonelle e calcinacci, piastrelle, gabinetti, bidet e sedimenti di tutti i generi”.

Uno sversamento senza soluzione di continuità, complice l’impunità garantita anche dalla mancanza di controlli o di videocamere di sorveglianza per chi si approfitta di un luogo così isolato per risparmiare sui costi di smaltimento di rifiuti speciali.

I proprietari dei cantieri hanno deciso di attivarsi e di sollecitare l’adozione di interventi a brevissimo termine prima che, a causa della calura di una primavera con temperature superiori alla media stagionale, via Monte Cengio e le zone limitrofe si trasformino in un teatro di guerra.

Questa settimana -chiosa Massimo Cimini- saremo ricevuti dall’assessore all’Ambiente ai parchi e al verde pubblico e privato del Comune di Fiumicino, Stefano Costa, per organizzare un sopralluogo e sollecitare azioni utili a prevenire problemi annosi e molto ben conosciuti da chi ci amministra. E in primis il rischio elevato di nuovi incendi”.

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