Delude la Sagra del Pesce di Fiumicino: bordate nei commenti social

La Sagra del Pesce di Fiumicino sotto accusa, sui gruppi social si alzano voci scontente: prezzi alti, cibo così e così e disorganizzazione 

Cartoccio di fritto alla Sagra del Pesce di Fiumicino

La Sagra del Pesce di Fiumicino, che si svolgerà fino a domani, domenica 8 giugno, in piazzale Traiano Imperatore, non convince molti visitatori. Un’ondata di critiche, sui social network, sta travolgendo la tradizionale manifestazione che celebra la gastronomia locale. Un coro di voci scontente tracciano un primo bilancio negativo.

La Sagra del Pesce di Fiumicino sotto accusa, sui gruppi social si alzano voci scontente: prezzi alti, cibo così e così e disorganizzazione

Il quadro che emerge è quello di un evento afflitto da problemi organizzativi, costi elevati e una qualità del cibo che non ha soddisfatto.

Un post, in particolare, pubblicato sulla bacheca di uno dei gruppi social del litorale romano, ha dato il via a lamentele, testimonianze e delusioni condivise. “Occasione sprecata”, si legge già nel titolo del lungo messaggio firmato da un cittadino che ha deciso di raccontare la sua prima – e probabilmente ultima – esperienza alla sagra.

La sua narrazione dettagliata ha colpito molti utenti: una lunga attesa in fila nonostante la scarsa affluenza iniziale, un listino prezzi affisso alla buona su un albero, porzioni giudicate esigue e pietanze servite fredde.

Il tutto per un costo ritenuto eccessivo: “12 euro per un cartoccio di fritto misto, 8 per un sautè di cozze, 4 euro per una bruschetta, 3,5 euro per una birra in bicchiere di plastica – scrive l’autore – Un gambero, qualche alice, il resto calamari. Tutto freddo. Le cozze, metà erano chiuse. Bruschetta discreta, ma nulla di più”.

Un malcontento diffuso

A colpire i lettori, però, è anche il contesto descritto: pochi tavoli, transennati, “come in una riserva indiana”, e un sistema di pagamento mal organizzato. “A costi simili o addirittura inferiori a Fiumicino ci si siede in locali comodi serviti e riveriti”, commenta l’autore del post, riassumendo il sentimento di molti.

A valanga, infatti, sono arrivate decine di commenti di altri partecipanti, molti dei quali confermano l’impressione di un evento gestito male. “Mai più. Preferisco cucinarmelo a casa il pesce, almeno so cosa mangio”, aggiunge una residente di Fiumicino.

Una crisi delle sagre locali?

Il malcontento si allarga a una critica più generale sulle sagre del territorio. In molti segnalano un progressivo scadimento di queste manifestazioni, che da eventi popolari e conviviali si stanno trasformando in occasioni dal sapore commerciale, spesso più costose e meno soddisfacenti di una normale serata al ristorante. Alcuni tirano in ballo anche la Sagra della Tellina di Ostia. “Sagre o street food mascherato?”, si chiedono in tanti.

L’accusa più frequente è quella di un intento “solo a scopo di lucro,” che snatura il vero spirito di questi eventi, tradizionalmente momenti di festa e condivisione a prezzi popolari.

La Sagra del Pesce di Fiumicino, almeno per ora, non conquista il pubblico. Simbolo di una tradizione che affonda le radici nel mare di Fiumicino, non è riuscita a lasciare il segno.