Tangenti in Municipio. Cinque condanne, da un anno e quattro mesi fino a sette anni di reclusione, sono state emesse nei giorni scorsi nell’ambito del processo nato dalla maxi inchiesta della Procura di Roma su un presunto sistema di tangenti che tra il 2016 e il 2017 avrebbe coinvolto Ostia e alcuni funzionari degli uffici municipali.
Tangenti e corruzione al X Municipio di Ostia: condannati cinque imputati, tra cui funzionari pubblici e imprenditori
La pena più severa, pari a 7 anni, è stata inflitta a Franco Nocera, ex responsabile dell’Ufficio Edilizia Privata del Municipio. Secondo gli inquirenti, avrebbe ricevuto denaro e regali per chiudere un occhio su abusi edilizi e, in alcuni casi, avrebbe persino suggerito come aggirare i controlli.
Gli altri condannati sono Carmine De Bartolo, proprietario di terreni (4 anni e 6 mesi); Massimo Alabiso, imprenditore (4 anni); Vincenzo Longobardi, geometra dell’ufficio tecnico (3 anni) accusato di aver preteso favori personali e utilità economiche in cambio di autorizzazioni edilizie (ricariche, vacanze e l’assunzione della figlia); e Giuliano Cicconi, cognato di Bobo Craxi, condannato a 1 anno e 4 mesi, per un presunto tentativo di nascondere abusi edilizi con piante rampicanti.
Assolti, invece, alcuni dipendenti del Quirinale coinvolti in un filone separato dell’inchiesta, accusati di aver falsificato i cartellini nella tenuta di Castelporziano.
Le indagini partite dalla denuncia di un dentista
L’inchiesta ha preso il via nell’ottobre 2016 grazie alla denuncia di un dentista che raccontò di essere stato costretto a versare una mazzetta per ottenere l’autorizzazione alla realizzazione di uno studio dentistico. Secondo l’accusa, il geometra Longobardi gli avrebbe imposto favori e regali, approfittando del suo ruolo pubblico.
Il “metodo Nocera”
Dalle intercettazioni emerge un sistema ben collaudato. Nocera avrebbe gestito le pratiche edilizie mantenendo i cittadini in una “condizione di sudditanza psicologica”, per costringerli a offrire denaro o regali pur di ottenere l’approvazione delle pratiche edilizie.
Avrebbe anche richiesto 50 mila euro ad Alabiso e De Bartolo per favorire la sanatoria di una tensostruttura sportiva abusiva – che lui stesso aveva segnalato come irregolare.
Due accuse a carico di Nocera (abuso d’ufficio e millantato credito) sono, invece, cadute per modifica della legge, ma le altre – legate a corruzione e omissione di atti d’ufficio – hanno retto in aula.
Gli imputati, comunque, vanno ritenuti innocenti fino a pena definitiva, eventualmente decisa dalla Cassazione.