Curiosa proposta toponomastica a Roma: cambiare nome a via Nazionale. Sì, proprio via Nazionale, una tra le più note della capitale.
Presentata una mozione per cambiare il nome di via Nazionale in “via della Costituzione”. Ed è subito bagarre
Ad accendere la polemica (divenuta subito bagarre) due consiglieri della maggioranza capitolina. Giovanni Caudo e Tiziana Biolghini di Roma Futura, hanno presentato una mozione per cambiare il nome di via Nazionale in “via della Costituzione”.
La proposta sarà oggetto di discussione nella prossima seduta dell’Assemblea Capitolina.
Perché cambiare nome a via Nazionale?
Alla base dell’iniziativa, spiegano i promotori, c’è la volontà di colmare un vuoto simbolico nella mappa della città: “A Roma – si legge nel documento – non esiste una piazza o una via dedicata alla Costituzione italiana, mentre abbondano quelle intitolate a re, papi e battaglie”.
Rampelli stronca l’iniziativa
Ma il cambio di nome non piace a tutti, anzi. La reazione più dura arriva dal vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia), che parla di “furore ideologico della sinistra” e accusa i proponenti di voler cancellare la storia nazionale: “Via Nazionale è stata costruita per unire la stazione Termini al centro di Roma – ricorda Rampelli – e venne rinominata così per celebrare l’Unità d’Italia e i suoi eroi. Cambiare questo nome è un affronto alla memoria risorgimentale, che nulla ha a che vedere con il fascismo”.
Rampelli propone piuttosto di intervenire su altre strade: “Perché non rinominare via Palmiro Togliatti? Una strada della periferia romana dedicata a chi dichiarava di vergognarsi di essere italiano. Via Nazionale non si tocca – conclude – semmai bisogna rilanciarla, dopo anni di degrado”.
Smeriglio frena
A gettare acqua sul fuoco ci pensa Smeriglio. “Vorremmo rassicurare i vari esponenti della destra romana. Via Nazionale non cambierà nome perché è una strada storica e quindi non può cambiare. E noi, possono esserne certi, alla storia e all’identità di questo paese, così come al rispetto delle procedure giuridiche e amministrative, ci teniamo come e più di loro”, rassicura (o tenta di rassicurare) l’assessore capitolino alla Cultura Massimiliano Smeriglio.
”Ma la proposta di cui si discute parla di ben altro. Chiede anche di dedicare una strada importante alla Costituzione che ricordo essere alla base della Repubblica – aggiunge – La domanda che dunque sorge spontanea è se anche loro la pensano in questo modo e se sono disposti ad impegnarsi per trovare una giusta collocazione alla Carta che rappresenta il simbolo della nostra Libertà, dei nostri valori e dei nostri diritti di cittadini e cittadine italiani”.
“Auspico – conclude – che possa essere presto messa ai voti una proposta condivisa che individui una strada adeguata attraverso la quale celebrare la Costituzione del 1948”.
Il dibattito è aperto, e promette di infiammare l’opinione pubblica. E non solo.