Nuovo episodio di violenza all’interno del carcere di Rebibbia. Sabato 10 maggio, intorno alle ore 16.00, un agente scelto è stato aggredito da un detenuto in forte stato di agitazione, armato con un bastone di legno ricavato dalla gamba di un tavolo. Il fatto è accaduto presso la sezione dei detenuti con disabilità psichiche.
Caos a Rebibbia, detenuto armato attacca un poliziotto e devasta l’ufficio agenti
Secondo la ricostruzione fornita dall’agente, al momento dell’aggressione egli si trovava in completa solitudine a coprire ben quattro postazioni di servizio contemporaneamente: i piani primo, secondo e terzo della sezione, oltre all’area passeggi. La situazione era già critica per la carenza di personale, con numerosi settori lasciati scoperti per assenza di programmazione.
Alle 16:45 circa, l’agente ha udito urla e rumori forti provenienti dal corridoio adiacente l’infermeria centrale. Avvicinatosi per accertarsi della situazione, ha trovato un detenuto intento a colpire con calci e pugni la porta dell’infermeria, urlando e pretendendo l’apertura immediata. L’uomo, in evidente stato di agitazione, ha rivolto insulti e minacce fisiche all’agente, sfidandolo a scendere all’area passeggi “per farsi spaccare la faccia”.
Poco dopo, il detenuto si è procurato un bastone e ha cercato di colpire l’agente, ma l’intervento tempestivo di un altro detenuto ha evitato il peggio.
Il tentativo di aggressione si è ripetuto quando l’aggressore, dopo essersi liberato dalla presa, ha distrutto i vetri del box agenti e tentato un nuovo assalto. Solo l’arrivo di un ispettore e il nuovo intervento del detenuto pacificatore hanno posto fine all’episodio.
L’agente, visibilmente scosso e colpito da alcuni frammenti di vetro, si è recato in infermeria. In una comunicazione ufficiale ha chiesto di essere esonerato temporaneamente dai turni all’interno del reparto penale, temendo per la propria incolumità.
Il sindacato: “Lo Stato ha ammainato bandiera bianca”
Sull’accaduto è intervenuta Gina Rescigno, vice segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria (S.PP.). “Le crescenti violenze ai danni del personale penitenziario, sia fisiche che verbali, sono campanelli d’allarme ignorati – ha dichiarato la sindacalista – La cronaca nazionale tace su una vera e propria escalation: non passa giorno senza aggressioni nelle carceri italiane. I detenuti si sentono impuniti e questo alimenta il numero di aggressioni, l’introduzione di oggetti illeciti e le evasioni sempre più frequenti”.
Pochi giorni fa una detenuta della sezione femminile in un tentativo di fuga si è schiantata dal secondo piano: è ancora ricoverata e piantonata in condizioni gravi. Aveva smurato le grate della cella.