Un tentativo di evasione da film, a Rebibbia, ieri ha rischiato di finire in tragedia con un salto nel vuoto. È successo nel braccio femminile, dove una detenuta di 35 anni, di origini africane, ha cercato di scappare dalla propria cella dopo aver smurato la grata. Ora si trova ricoverata in ospedale in condizioni gravissime.
Sfiorata la tragedia a Rebibbia, detenuta smura la grata della cella e mentre tenta la fuga cade nel vuoto: è gravissima
Secondo quanto ricostruito, la donna ha smurato la grata della finestra della cella e ha gettato un materasso sul piazzale sottostante, probabilmente per attutire l’impatto della caduta. Poi ha legato alcune lenzuola, creando una rudimentale corda per calarsi dal secondo piano.
Ma il piano si è rivelato fallimentare: durante la discesa, qualcosa è andato storto e la detenuta si è schiantata al suolo, mancando completamente il materasso.
L’impatto le ha causato fratture multiple alle gambe e al bacino. La donna è stata soccorsa dagli agenti della Polizia Penitenziaria e trasportata d’urgenza al Policlinico Umberto I, dove è stata ricoverata in codice rosso e, nonostante la gravità della sua situazione, subito piantonata in stato di arresto.
Materassi bruciati
Nella cella erano presenti altre tre detenute, che si ritiene fossero coinvolte nella preparazione del piano di fuga. Dopo aver assistito al tragico epilogo, hanno rinunciato al tentativo, ma successivamente sono state trasferite in un altro reparto, dove hanno dato vita a un principio di rivolta: materassi incendiati e sanitari distrutti.
Durante la perquisizione della cella sono state trovate delle annodate e un gancio in ferro. Secondo gli agenti della Penitenziaria sarebbero servite per scavalcare il muro di cinta del carcere.
Le carenze denunciate
Sulla vicenda è intervenuto Giovanni Benincasa, delegato sindacale della Polizia Penitenziaria (SPP) di Rebibbia: “Ci troviamo di fronte a problematiche gravi e mai affrontate: carenza di personale e strutture fatiscenti. In un carcere dove si può smurare una grata in pieno giorno senza essere visti, il rischio è quotidiano”.
“La Polizia Penitenziaria è in balia di una crisi senza precedenti caratterizzata dalla carenza di personale, dalla scarsità di strumenti messi a disposizione e dalla bandiera bianca ormai ammainata dallo Stato nei confronti delle carceri – ha aggiunto il sindacalista – La carenza organica stimata è di circa il 16% delle unità, a ciò si aggiunge che non mancano le situazioni di disomogeneità rapportando i diversi istituti che vedono Rebibbia Femminile in una posizione decisamente sfavorevole”.
Nel gennaio dell’anno scorso era stato sventato un altro tentativo di fuga sempre nel carcere di Rebibbia, in quel caso nella sezione maschile.