Lettera shock dal carcere di Mark Samson reo confesso dell’omicidio Ilaria Sula

Le parole alla madre nella lettera di Samson dal carcere: "Anche se il mondo mi umilia, mi insulta, mi calpesta, tu sei tutto per me"

Sono parole cariche di rimorso quelle scritte da Mark Samson, il reo confesso dell’efferato omicidio Ilaria Sula, nella lettera inviata dal carcere ai suoi genitori. Il giovane ha ammesso di aver ucciso la sua ex fidanzata con tre coltellate al collo, abbandonandone poi il corpo senza vita in una valigia gettata in un dirupo, per cui la Procura di Roma, gli contesta l’omicidio volontario aggravato dalla pregressa relazione affettiva con la vittima e il reato di occultamento di cadavere. Anche la madre di Samson risulta indagata per concorso in occultamento di cadavere.

Le parole alla madre nella lettera di Samson dal carcere: “Anche se il mondo mi umilia, mi insulta, mi calpesta, tu sei tutto per me”

“Ciao mamma, mi dispiace di essere stato un grosso problema per te, mi hai dato tutto, tutto quello che volevo, ma non ti ho fatto nemmeno un piccolo regalo, nemmeno una piccola cosa, e ora non so se avrò mai il tempo di darti amore, tutto l’amore che non ti ho dato in questi 23 anni della mia vita”.

Queste le parole di una parte della lettera scritta in filippino, da Mark Samson, che esprime un profondo senso di colpa nei confronti della madre:

Anche se il mondo mi umilia, mi insulta, mi calpesta, tu sei tutto per me, anche se non ci credi, voglio che tu sappia che ti amo moltissimo e se ci sarà ancora la possibilità di un legame tra noi tre, non sprecherò questa opportunità” – scrive il 23enne rivelando un tormento interiore e la consapevolezza di non aver ricambiato l’amore e la dedizione materna, un sentimento reso ancora più straziante dalla sua attuale condizione di detenuto per l’omicidio Ilaria Sula.

Il ricordo del padre: modello e sostegno costante

Samson avrebbe poi rivolto un pensiero al padre, rievocando un ricordo d’infanzia:

“Ora che mi manchi, tanti ricordi mi attraversano la mente: quando abbiamo costruito un aquilone e l’abbiamo fatto volare a Villa Ada. Tu sei il campione della mia vita, continui a lavorare sodo. Spero che un giorno sarò come te. Sei la mia più grande ispirazione. Non mi hai mai lasciato solo, anche se ero io ad allontanarmi, eri tu ad avvicinarti sempre di più a me. Grazie per essere stato mio padre” – nella testimonianza del profondo legame affettivo con il padre, nella lettera dal carcere di Samson, che sebbene intrisa di rimorso per l’omicidio Ilaria Sula, offre uno spaccato complesso della sua relazione con i genitori.