Luce verde dal Comune di Roma per l’oasi naturista di Capocotta, all’interno della suggestiva riserva naturale. Il Campidoglio ha pubblicato il bando per la concessione di un’area nel parco dunale, precisamente nel Lotto D1, volta alla realizzazione di uno spazio dedicato alla pratica del naturismo, completa di servizi e infrastrutture amovibili.
Le caratteristiche del bando per la concessione dell’Oasi naturista di Capocotta
Il bando intende selezionare un gestore che si occupi della valorizzazione e promozione di quest’aera unica, con un occhio di riguardo all’inclusione e alla diffusione del naturismo come stile di vita in armonia con la natura e il rispetto reciproco. La superficie è di 222 metri quadrati e dovrà ospitare un chiosco amovibile di massimo 60 mq e le attrezzature necessarie per accogliere i visitatori durante la stagione balneare, per un periodo non superiore a 180 giorni.
Durata dell’affidamento
La concessione avrà una durata di due anni, con possibilità di rinnovo per un ulteriore biennio. Il canone annuo base su cui presentare le offerte è di 26mila euro, cifra che tiene conto di una detrazione per le spese di pulizia e sicurezza dell’area. Unica limitazione: i concessionari degli altri lotti dunali di Capocotta (A, B, C, D, E) non potranno partecipare alla gara.
Termini per la presentazione della domanda
Gli interessati dovranno far pervenire le proprie offerte entro e non oltre le ore 16 del 15 maggio.
Il contenzioso con i vecchi proprietari
Il Comune di Roma ha mantenuto la promessa fatta ai naturisti che, dopo lo smantellamento del vecchio chiosco che per 25 anni ha campeggiato sulla spiaggia, temevano di non trovare uno spazio dedicato a loro. Ora possono tirare un sospiro di sollievo.
Il Campidoglio qualche mese aveva disposto la rimozione della struttura perché sprovvista delle autorizzazioni necessarie. I vecchi gestori all’inizio si sono opposti alla decisione del Comune, hanno provato ad osteggiarla con ogni mezzo, anche con lo sciopero della fame. Alla fine, con coscienza, Veronica Ciotoli e il marito Stefano hanno deciso di provvedere loro stessi allo smontaggio per evitare che le ruspe danneggiassero le dune di macchia mediterranea.