A San Pietro anche Julian Assange da uomo libero con famiglia ai funerali di papa Francesco

Julian Assange a Roma per i funerali di Francesco. Le parole di ringraziamento della moglie al Papa

Julian Assange con la famiglia a Roma

Anche Julian Assange ai funerali papa Francesco.Sono con la mia famiglia”, si è limitato a dire il fondatore di WikiLeaks. Quella a Roma è considerata la prima uscita pubblica di Assange dopo la scarcerazione.

Julian Assange a Roma per i funerali di Francesco. Le parole di ringraziamento della moglie al Papa

Assange è stato scarcerato quasi un anno fa, il 24 giugno 2024, grazie ad un accordo con il Dipartimento della giustizia americana. Ha accettato di dichiararsi colpevole in cambio della libertà. Ora vive in Australia. Oggi non è voluto mancare ai funerali di Papa Francesco, seguendoli da via della Conciliazione.

Assange ha assistito alla cerimonia funebre con la moglie e con i figli. In giacca e cravatta nere con camicia bianca, il fondatore di Wikileaks era in fondo a via della Conciliazione con la famiglia. “Ora che Julian è libero, siamo venuti tutti a Roma per esprimere la gratitudine della nostra famiglia per il sostegno del Papa durante la persecuzione di Julian“, ha affermato la moglie Stella Morris Gabriel, nel post pubblicato su X proprio da Wikileaks, dove si è firmata Stella Assange.

Aggiungendo: “Io e i nostri figli abbiamo avuto l’onore di incontrare Papa Francesco nel giugno 2023 per discutere di come liberare Julian dalla prigione di Belmarsh. Francesco ha scritto a Julian in prigione e gli ha persino proposto di concedergli asilo in Vaticano“.

Prima apparizione pubblica

Per Assange è la prima apparizione pubblica da quando è tornato in libertà, nel giugno scorso. Rilasciato dalla prigione di Londra in cui stava attendendo l’estradizione negli Stati Uniti, il 53enne ha fatto ritorno in Australia, il suo Paese di origine.

Protagonista di una vicenda giudiziaria durata oltre 13 anni, il fondatore di Wikileaks ha patteggiato con la giustizia americana riconoscendosi colpevole del reato minore di cospirazione, reato per cui ha ricevuto una condanna a poco più di cinque anni di carcere.

Ha così evitato un processo per spionaggio e violazione di segreti dove avrebbe potuto rischiare l’ergastolo.

Il giornalista australiano era chiamato a rispondere negli Stati Uniti della pubblicazione di una enorme quantità di documenti riservati da parte di Wikileaks, organizzazione da lui co-fondata.

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