Erosione a Fregene che fa la conta dei danni causati dalle mareggiate in vista dell’apertura della prossima stagione balneare. La situazione più drammatica, al momento, è quella dello stabilimento Rio, situato sul lungomare di Levante, dove le correnti hanno provocato effetti che ne impediranno la riapertura. E il sindaco di Fiumicino dichiara lo stato di emergenza.
Erosione a Fregene, i balneari chiedono alle istituzioni di muoversi in fretta per salvare la costa minacciata dal Tirreno. Intervento del sindaco
Sono bastate le folate del vento di scirocco che ha soffiato sul litorale nella notte di venerdì 18 aprile, per sottrarre altri metri di spiaggia al punto più esposto all’azione dei marosi, sommergendo così altri manufatti.
Quattro cabine dello stabilimento l’Ondina hanno ceduto di schianto e ora sono a rischio anche il Manila e il Saint Tropez.
La scena che si presenta agli occhi di chi passa sul tratto di arenile dove si trova il Rio è impressionante. La piscina amovibile che si trovava ancora al sicuro lo scorso anno è andata in frantumi e, nelle prime ore di questa mattina, è crollata la terrazza esterna alla saletta dove si trova la sala ristorante ormai inutilizzabile.
Impossibile anche solo immaginare di mettere sulla piccola striscia di arenile rimasta ombrelloni e lettini.
Il tutto sotto la spada di Damocle delle ingenti spese che i gestori di questo storico stabilimento dovrebbero affrontare per rimuovere i detriti finiti anche in mare: cemento, barre di ferro, mattonelle e frammenti di cartongesso. Un ammasso di materiali pericolosi che impediscono anche di potersi fare un bagno.
Secondo le prime stime servirebbero non meno di 200mila euro solo per eliminare le strutture danneggiate. Senza quindi considerare quelle indispensabili per ripartire a iniziare dal recupero dei locali, ma sempre con l’incertezza del rinnovo delle concessioni che andranno a gara l’anno prossimo, così come previsto dalla direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione delle licenze di esercizio degli stabilimenti.
Nella ‘zona rossa’, per il momento, si salva solo l’ex chiosco dell’Hang Loose e la sua spiaggia attrezzata situata nei pressi del Rio.
L’allarme dell’opposizione in Consiglio comunale
“E’ uno scenario di guerra che fa paura e che non potrà che peggiorare se non si correrà ai ripari, ma si tratta di una morte annunciata. Il Rio rappresenta una situazione emblematica perché si tratta di uno stabilimento storico che rischia di restare solo un ricordo. Neppure la posa in extremis di una barriera di sassi potrebbe ormai mettere in salvo la struttura”, attacca Paola Meloni consigliere del Comune di Fiumicino per Lista Civica Ezio Sindaco. “E’ la fine della storia di famiglie normali che vedono i loro investimenti e il futuro dei propri figli mangiati non solo dal mare ma da scelte scellerate e promesse disattese, come il posizionamento di altri ‘pennelli’, per mettere in sicurezza preventiva tutta la costa a rischio”.
“In compenso si apre la strada a un porto crocieristico che trasformerà Fiumicino in un’area di servizio a esclusivo beneficio di Roma”. “L’allarme lanciato in queste ore era chiaro serviva un intervento in somma urgenza a protezione -conclude l’esponente di opposizione- e di certo non interventi ‘ad personam’ da parte dell’amministrazione come è già accaduto un anno fa”.
Il riferimento è alla delibera n. 10 del 19 gennaio 2024 approvata dalla Giunta del Comune di Fiumicino che autorizzava un impegno di spesa fuori bilancio, pari a 73mila euro, per ‘somme urgenze,’. Scopo del provvedimento finanziare la fornitura e posa in opera di massi naturali basaltici di idonea pezzatura ma a difesa di un’unica struttura sul lungomare di Fregene. Sassi che qualcuno ha definito ‘rotolanti’ perché l’ente locale promise di spostarli ogni volta che ce ne fosse stato bisogno ma che, ormai, sono spariti sott’acqua.
Le prossime mosse del sindaco di Fiumicino Mario Baccini
Se la Regione Lazio, ente competente per quel che riguarda la protezione degli arenili non interverrà con urgenza, sottolineano gli operatori balneari, le conseguenze con il trascorrere delle ore saranno sempre più pesanti.
L’unica ciambella di salvataggio in grado di mettere in sicurezza tutte le strutture minacciate dall’erosione, infatti, è nello stanziamento di fondi regionali che permetterebbero al Comune di Fiumicino di muoversi in modo autonomo e con maggiore rapidità.
“Purtroppo i tempi del mare non si muovono in sintonia con quelli della burocrazia -dice Simonetta Mancini, presidente di Balnearia, una delle tre organizzazioni di categoria presenti sul territorio e che ha, anche lei, subito crolli presso lo stabilimento Ondina. “La barriera soffolta sta funzionando bene a protezione dei colleghi che lavorano nella zona protetta e hanno ricevuto sabbia grazie ai lavori. Il mio stabilimento è il primo che si trova fuori progetto. Poiché l’erosione si sta propagando molto velocemente abbiamo chiesto da tempo alla Regione di stanziare, tramite supporto dell’ente locale, risorse con procedure di ‘somma urgenza’”. “Il sindaco, Mario Baccini – puntualizza la presidente di Balnearia – ci ha riferito che sta aspettando la determinazione dirigenziale regionale sulle misure a difesa delle coste del Lazio per capire quale quota di finanziamenti spetterà a Fiumicino e quindi proseguire con gli ulteriori interventi di messa in sicurezza”.
Dichiarazione dello stato di emergenza
A seguito delle violente mareggiate che hanno interessato il litorale di Fregene tra il 16 e il 17 aprile, il Sindaco, Mario Baccini, ha emesso un’apposita Ordinanza Sindacale per la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza. lla luce delle verifiche condotte e del verbale redatto dalla Polizia Locale, il Sindaco ha ritenuto necessario attivare tutti gli strumenti a disposizione per il riconoscimento dello stato di emergenza, al fine di garantire interventi tempestivi di messa in sicurezza e supporto agli operatori del settore.