Roma, uccise e murò la madre: chiesti 10 anni (ma potrebbe essere assolto)

Foto di repertorio

Uccise la madre – Egidia, una pensionata di 88 anni – la murò in armadio poi cementato e dopo undici giorni si auto denunciò. L’odore era ormai insopportabile.  Il 19 settembre 2023, nel quartiere di Primavalle a Roma, Massimo Barberio, un ex informatico di 61 anni, si rese protagonista di un efferato matricidio per cui non smette di piangere e  disperarsi. Ora, a distanza di mesi, potrebbe essere assolto e tornare in libertà.

Il 61enne, un ex informatico, ha ucciso la madre e poi l’ha murata: scontro tra le perizie

Il pubblico ministero Antonio Verdi ha richiesto ai giudici della III Corte di Assise di Roma una condanna a 10 anni di reclusione per Barberio, basandosi sulla perizia di uno specialista che ha diagnosticato un parziale vizio di mente nell’imputato.

Mentre per la perizia richiesta dalla Corte di Assise Barberio sarebbe stato totalmente incapace di intendere e volere al momento dell’omicidio, e non sarebbe da considerarsi socialmente pericoloso.

Quest’ultima perizia evidenzia una “severa possibilità autolesionistica” e una pericolosità “non eterolesiva, ma autolesiva“.

In questo caso i giudici potrebbero optare per l’assoluzione dell’imputato (che è accusato di omicidio aggravato dalla parentela con la vittima e di occultamento di cadavere) e, nel caso, disporre l’affidamento in una struttura psichiatrica specializzata. A giorni la sentenza.

La difesa

C’è una discrasia tra le perizie della procura e della Corte. Ma anche la nostra perizia conferma la totale incapacità del mio assistito – spiega l’avvocato Giancarlo Rizzo – Si tratta di un uomo che nel tempo ha annullato la sua vita e che tuttora si dispera per il suo gesto”.

L’omicidio

A distanza di undici giorni dall’omicidio della mamma – Egidia Barberio (stesso cognome del figlio), fu lo stesso assassino a contattare i carabinieri, confessando il delitto e attendendoli sulla porta di casa con le valigie pronte.

Durante l’interrogatorio, l’uomo fornì una ricostruzione dettagliata dell’accaduto, descrivendo il momento in cui colpì la madre con un coltello da cucina, dopo che la donna si era alzata per preparare il caffè.

Il cadavere nell’armadio

Barberio spiegò di aver agito in preda a un raptus, colpendo la madre tre volte alla schiena. Dopo l’omicidio, l’uomo tentò di pulire la scena e nascose il corpo in un armadio della camera da letto della vittima, avvolgendolo in sacchi di plastica e un tappeto. Nei giorni successivi, a causa del cattivo odore, Barberio sigillò l’armadio e la porta della stanza con plastica e cemento.

L’ex informatico aveva poi motivato il suo gesto con le difficoltà economiche, rivelando che la madre percepiva una pensione di 700 euro e che avevano accumulato un debito di oltre 2.000 euro per dei lavori straordinari effettuati nel condominio.“Non volevo che la mamma sapesse che stavamo affogando nei debiti”, la sua spiegazione.