Continua la querelle sul Lago di Bracciano, uno dei bacini più importanti del Lazio. Acea Ato 2 intende riprendere il prelievo delle acque. L’azienda, che gestisce il servizio idrico del Comune di Roma, ha fatto ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. Si oppone alla decisione del Parco di Bracciano-Martignano che vieta nuove captazioni.
Lago di Bracciano, Acea Ato2 si oppone al divieto di nuovi prelievi delle acque
Il 16 aprile il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche esaminerà il ricorso presentato da Acea Ato 2 contro la decisione del Parco di Bracciano-Martignano, che ha escluso nuove captazioni d’acqua finché non verrà recuperato il livello del lago e finché l’antico acquedotto Traiano non sarà finalmente utilizzato, come previsto. “Acea, anziché investire nella manutenzione della rete idrica colabrodo e nel recupero delle acque, si preoccupa unicamente di tornare a prelevare da un bene ambientale già gravemente danneggiato, su cui si basa l’economia dei comuni lacustri”, commenta Graziarosa Villani, presidente del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale di Bracciano-Martignano.
Processo al Tribunale di Civitavecchia dei vertici Acea Ato 2 del 2017
Intanto, presso il Tribunale di Civitavecchia, continua il processo per disastro ambientale per l’abbassamento del livello del bacino, che vede imputati i vertici Acea Ato 2 del 2017. Durante l’udienza dell’8 aprile scorso, i testimoni delle parti lese, tra cui il geologo Alessandro Mecali e la ricercatrice Sara Taviani – oggi in forze all’Autorità di Bacino del Tevere e dell’Agro Romano – hanno indicato la responsabilità di Acea nel repentino abbassamento del livello del lago. Il 17 giugno si terrà una nuova udienza del procedimento penale, durante la quale saranno ascoltati altri testimoni del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale di Bracciano-Martignano, tra cui i ricercatori Giampietro Casasanta e Mattia Azzella.