Michelle Causo uccisa e gettata nel carrello della spesa, il papà della 17enne scagionato: di cosa era accusato

Il papà di Michelle era accusato di stalking dopo la denuncia della madre dell'assassino della figlia: ora la decisione del giudice

Michelle Causo

Il padre di Michelle Causo, la 17enne brutalmente assassinata a Primavalle il 28 giugno 2023 e il cui corpo fu ritrovato in un carrello della spesa, non dovrà affrontare un processo per stalking. Il giudice per l’udienza preliminare (gup) di Roma ha infatti emesso una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Gianluca Causo, accogliendo le argomentazioni presentate dal suo legale.

Il papà di Michelle era accusato di stalking dopo la denuncia della madre dell’assassino della figlia: ora la decisione del giudice

La decisione del tribunale giunge in seguito alla denuncia per atti persecutori sporta dalla madre del ragazzo, all’epoca minorenne, condannato in via definitiva a venti anni di reclusione per l’efferato omicidio di Michelle. Secondo la denuncia, il padre della vittima avrebbe posto in essere una serie di comportamenti vessatori nei confronti della madre dell’assassino. Telefonate considerate minatorie, offensive.

L’avvocato Antonio Nebuloso, il difensore del papà di Michelle, ha sottolineato come il tribunale abbia dimostrato una notevole comprensione per la drammatica situazione vissuta dal signor Causo. “Nel caso di specie, evidentemente, il tribunale ha mostrato molta comprensione nei confronti di un uomo che ha perso la figlia per un omicidio efferato“, ha dichiarato il legale all’Adnkronos.

Ha poi aggiunto che il suo assistito, ancora profondamente traumatizzato dalla perdita e costretto a rivivere costantemente l’orrore a causa delle immagini del corpo della figlia sul tavolo autoptico, avrebbe agito “più per rabbia che non per vendetta“, in un momento di profonda sofferenza e perdita di lucidità.

I motivi delle accuse ormai cadute

Il motivo delle accuse di stalking? Alcune telefonate, fatte dall’uomo a quattro mesi dalla morte della figlia, l’11 ottobre e il 25 ottobre 2023.

Uno sfogo aspro, dopo aver visto le foto della 17enne in un lago di sangue e avvolta in una coperta prima di essere abbandonata tra i rifiuti, che però la donna, 55enne originaria dello Sri Lanka, non ha tollerato, decidendo anzi di denunciare il genitore, preoccupata per le sorti sue e del figlio, in carcere a oltre 500 chilometri di distanza.

Gettata in un carrello della spesa

La tragica vicenda di Michelle Causo aveva scosso profondamente l’opinione pubblica. La giovane fu ritrovata senza vita in un carrello della spesa, nei pressi dei bidoni dell’immondizia sotto casa dell’assassino, a Primavalle. Un passante, notando delle macchie di sangue, diede l’allarme, portando alla scoperta del corpo esile e martoriato da diverse coltellate. Le indagini della polizia, seguendo le tracce ematiche, condussero rapidamente all’abitazione del ragazzo, coetaneo della vittima, che fu immediatamente identificato come il principale sospettato.

All’interno dell’appartamento, gli inquirenti rinvennero l’arma del delitto, un coltello da cucina, e accertarono che Michelle aveva tentato disperatamente di difendersi, come evidenziato dalle ferite sulle sue braccia.

L’assassino, dopo aver compiuto l’omicidio, attese diverse ore prima di avvolgere il corpo in un sacco nero e trasportarlo con un carrello della spesa, abbandonandolo poi in strada. Il Tribunale dei Minori di Roma, al termine del rito abbreviato, accolse la richiesta del pubblico ministero e condannò il giovane alla pena massima prevista per i minorenni, ovvero venti anni di reclusione, per l’atroce uccisione di Michelle Causo.