Quasi dieci anni di carcere, 9 anni e 4 mesi per precisione. Questa la richiesta avanzata dalla procura di Roma nei confronti di Vincenzo Mazzenga, un 89enne romano accusato di tentato omicidio ai danni della moglie di dieci anni più giovane.
L’anziano aveva tentato di uccidere la moglie colpendola ripetutamente alla testa
Una aggressione premeditata e consumatasi in pochi minuto nella mattinata del 6 novembre scorso nella loro casa in zona Torre Spaccata.
Un’aggressione premeditata
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Mazzenga avrebbe agito con premeditazione, colpendo la moglie al volto con uno stampo metallico appuntito utilizzato dal figlio pasticciere. “Ogni motivo per lei era valido per offendermi e tormentarmi, pretendeva che vivessi chiuso nella mia stanza e allora mi è balenata in testa l’idea di farla fuori“, avrebbe confessato l’uomo ai carabinieri intervenuti sul posto.
Un vicino di casa, allertato dalle grida della donna, ha chiamato i soccorsi. La vittima, in gravi condizioni, era stata così trasportata in ospedale in codice rosso.
Un matrimonio segnato da continue liti
Vicini e conoscenti della coppia avevano riferito di frequenti litigi tra i due, esacerbati dall’età e dalla convivenza forzata. Sposati da quarant’anni, entrambi al secondo matrimonio, i coniugi Mazzenga vivevano da soli nella loro abitazione di via Augusto Marini. L’aggressione ha destato comunque sorpresa dove la coppia era conosciuta e descritta come riservata, ma spesso in lite.
Un caso di violenza domestica tra anziani
Il caso di Vincenzo Mazzenga e della moglie ottantenne rappresenta un tragico esempio di violenza domestica tra anziani, un fenomeno spesso sommerso ma non per questo meno grave.
La fragilità legata all’età avanzata, l’isolamento sociale e le difficoltà economiche possono acuire le tensioni all’interno della coppia e sfociare in episodi di violenza. La maxi richiesta di condanna avanzata dalla procura di Roma testimonia la gravità del gesto e la volontà di punire con severità chi si macchia di tali crimini.