Confermata la condanna per Calderon: il presunto killer di “Diabolik” dietro il duplice agguato all’Alessandrino

Calderon condannato per il tentato duplice omicidio dei fratelli Emanuele e Alessio Costantino

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La Corte di Appello di Roma ha confermato la condanna a 12 anni di reclusione per Raul Esteban Calderon, l’argentino già condannato all’ergastolo per l’omicidio di Selavdi Shehaj e sotto processo per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come “Diabolik”. La condanna si riferisce al tentato duplice omicidio dei fratelli Emanuele e Alessio Costantino, avvenuto il 13 luglio 2021 nel quartiere Alessandrino a Roma.

Calderon condannato per il tentato duplice omicidio dei fratelli Emanuele e Alessio Costantino

L’agguato all’Alessandrino si inserisce in un contesto di regolamento di conti tra gruppi criminali rivali. Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, condotte attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, hanno infatti permesso di ricostruire il possibile movente dell’agguato, riconducibile ad alcuni attriti sorti in seguito al pestaggio di un nipote di Giuseppe Molisso, ritenuto il mandante del tentato duplice omicidio.

La dinamica dell’agguato: un tentativo di omicidio fallito

Il 13 luglio 2021, Calderon, armato di pistola, ha aperto il fuoco contro i fratelli Costantino, seduti ai tavolini di un bar dell’Alessandrino. Fortunatamente, il tentativo di omicidio è fallito, ma le indagini sull’agguato ai due fratelli, che erano comunque rimasti feriti, avevano rivelato che Calderon era stato incaricato da Molisso di sparare.

Le condanne: 12 anni per Calderon, 14 anni per Molisso

Calderon è stato condannato a 12 anni di reclusione con rito abbreviato nell’aprile 2023, mentre Molisso, che ha optato per il rito ordinario, è stato condannato a 14 anni nel novembre 2023. Entrambe le sentenze sono state confermate in appello. I giudici hanno escluso l’aggravante del metodo mafioso per entrambi gli imputati.

Il Collegamento con l’omicidio di “Diabolik” e di Selavdi Shehaj

Il nome di Raul Esteban Calderon è tristemente noto alle cronache romane per il suo coinvolgimento in altri gravi fatti di sangue. Calderon è sotto processo anche per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, “Diabolik”, avvenuto nel 2019, ed è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Selavdi Shehaj, detto “Passerotto”, avvenuto nel 2020.

La Procura di Roma ha chiesto la condanna all’ergastolo per Raul Esteban Calderon, l’argentino accusato di essere l’autore materiale dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come ‘Diabolik’, l’ex leader degli Irriducibili della Lazio ucciso nell’agosto 2019 al Parco degli Acquedotti di Roma.

Calderon, il cui vero nome è Gustavo Aleandro Musumeci, è accusato di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso e detenzione abusiva di armi. Secondo l’accusa, l’omicidio di Piscitelli è stato un’azione premeditata, eseguita con modalità tipiche delle organizzazioni criminali.

Le dichiarazioni delle vittime: “Volevano ucciderci come Diabolik”

Le intercettazioni ambientali avevano rivelato le preoccupazioni dei fratelli Costantino, che temevano di subire la stessa sorte di “Diabolik”. In una conversazione intercettata, Emanuele Costantino aveva dichiarato: “L’omicidio de Diabolik uguale, me lo stava a fa a me! Identico”.

La reazione della difesa

L’avvocato Eleonora Nicla Moiraghi, difensore di Calderon, ha commentato così la conferma della condanna: “Questa conferma infrange il mio sogno di giustizia. Leggeremo le motivazioni”.