Tentò di uccidere due fratelli, 12 anni a Calderon il presunto killer di Diabolik

Calderon avrebbe tentato di uccidere i fratelli Emanuele e Alessio Costantino in viale dell'Alessandrino

Il tribunale penale di Roma

Avrebbe tentato di uccidere due fratelli all’Alessandrino: condanna a 12 anni, inflitta col rito abbreviato, per Raoul Esteban Calderon, il 53enne di origini argentine, noto per essere sospettato come il killer di Diabolik.

Calderon avrebbe tentato di uccidere i fratelli Emanuele e Alessio Costantino in viale dell’Alessandrino

La condanna di oggi è per duplice tentato omicidio. Secondo l’accusa, accolta dal gup, il 13 luglio 2021 avrebbe cercato di uccidere i fratelli Emanuele e Alessio Costantino in viale dell’Alessandrino, a Roma.

La condanna ha escluso per Calderon l’aggravante del metodo mafioso che invece aveva spinto i magistrati della Dda a chiedere per Calderon una condanna a 16 anni.

Calderon, che è sotto processo anche per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli noto come ‘Diabolik’ e del delitto di Selavdi Shehaj detto ‘Passerotto’, era stato raggiunto dall’ordinanza del gip dopo l’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nel gennaio del 2022 insieme a Giuseppe Molisso, pluripregiudicato 40enne, ritenuto, invece, il mandante del tentato duplice omicidio, che ha scelto il rito ordinario. (leggi qui)

La tentata esecuzione

I fatti risalgono al 13 luglio 2021 a Roma in Viale dell’Alessandrino quando un sicario, travisato da un cappello e da una mascherina, si è avvicinato ai due fratelli che erano seduti ai tavolini di un bar, puntando una pistola calibro 9×21 alla nuca di Emanuele e premendo il grilletto due volte.

In quello stesso istante la vittima, allertata dal fratello, ha girato repentinamente la testa e i proiettili gli hanno perforato la spalla destra e la mandibola sinistra, andando ad impattare contro il vetro del locale pubblico.

A svolgere le indagini i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma tramite pedinamenti e intercettazioni ambientali e telefoniche, avevano consentito di ricostruire il movente (riconducibile a dissidi sorti a seguito del pestaggio di un nipote di Molisso), la dinamica del delitto, le modalità con cui era stato incaricato il killer, individuato in Raul Esteban Calderon.

L’omicidio de Diabolik uguale, me lo stava a fa a me! Identico“, diceva Emanuele Costantino, vittima del tentato duplice omicidio con il fratello, in una conversazione intercettata e riportata nell’ordinanza con cui il gip aveva convalidato il fermo, emesso dalla Dda, di Giuseppe Molisso.