Niente brevetto di salvataggio agli over 50 e agli under 16: Udc chiede modifiche al Milleproroghe

UDC sui limiti di età del brevetto di salvataggio: "E' un'esclusione grave, che priva il settore di risorse preziose"

Lo scorso maggio 2024, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, aveva emesso il decreto n. 85, con l’obiettivo di ridefinire la disciplina del salvataggio acquatico in Italia. Un’approvazione, che aveva fin da subito sollevato diverse criticità e preoccupazioni da parte degli operatori del settore. Tra questi, i problemi legati all’età, che escludono gli over 50 e gli under 16 da questo lavoro.

Sulla necessaria di una revisione del provvedimento, che tenga conto delle esigenze assistenti bagnanti, si è espresso in queste ore con una serie di proposte, l’UDC.

UDC sui limiti di età del brevetto di salvataggio: “E’ un’esclusione grave, che priva il settore di risorse preziose”

A riferire sulle questioni collegate ad una serie di gravi esclusioni, è Gino Stella, tecnico del settore e referente nazionale dipartimento demanio UDC, che ha raccolto le istante degli operatori del settore in una serie di considerazioni e proposte.

Riduzione del ruolo della Guardia Costiera

Tra le prima mancanze emerse nel documento di proposta di modifica al decreto n. 85/2024, in materia di salvamento acquatico, c’è infatti quella collegata ad un insufficiente confronto con le figure professionali coinvolte nel salvamento acquatico, tra cui enti formatori, soccorritori, fornitori di servizi e la Guardia Costiera.

“Una mancanza di dialogo – come sottolinea Stella – che ha portato a una regolamentazione che non tiene conto delle reali esigenze del settore. Il decreto prevede la rimozione della Guardia Costiera dalle commissioni valutative per il rilascio dei brevetti di salvamento. E’ l’esclusione di un organo importane e super partes – prosegue -. Una decisione che indebolisce il controllo pubblico su un settore cruciale per la sicurezza delle coste italiane“.

Problemi legati all’età e alla formazione

Il decreto introduce poi pesanti limiti di età che escludono gli over 50 e i ragazzi di 16 anni dal mondo del lavoro nel salvamento acquatico, anche se per questi ultimi, il Governo sta discutendo la possibilità di una proroga di un anno:

“Anche in questo caso – sottolinea Stella – è un’esclusione grave, che priva il settore di risorse preziose, considerando che molti giovani di 16 anni possiedono ottime capacità natatorie, e che gli over 50 vantano un’esperienza fondamentale nella prevenzione degli incidenti“.

Altro punto poi, è la scomparsa della Figura del Maestro di Salvamento, che il decreto elimina sostituendola con quella di allenatore di nuoto per salvataggio, una figura più orientata all’attività in piscina. Una scelta che secondo gli addetti ai lavori, rappresenta un passo indietro, poiché i maestri di salvamento possiedono una vasta esperienza e preparazione specifica, per garantire la sicurezza in mare:

Così, peraltro – aggiunge Stella -, le federazioni che fanno formazione e cioè la FISA, la Società Nazionale Salvamento, e la FIN, si trovano oggi a dover cambiare le modalità di tutte le persone che vogliono prendere un brevetto per assistente bagnanti, meno professionalizzante sul fronte della sicurezza e più su quello sportivo“.

Mancanza di equipaggiamenti adeguati e tutela dei lavoratori

Nel documento di revisione del decreto poi, altro passaggio chiave riguarda la questione degli equipaggiamenti necessari per gli assistenti bagnanti, come moto d’acqua e rescue board, strumenti essenziali per garantire interventi tempestivi ed efficaci in caso di emergenza, e non affrontati in modo adeguato.

Mentre sul fronte della tutela dei lavoratori, viene proposta la creazione di un Albo Professionale Nazionale che riunisca i brevetti di tutte gli enti formativi, per gli assistenti bagnanti, garantendo loro una giusta retribuzione e un riconoscimento formale della loro professionalità:

Oggi – spiega Stella -, ogni brevetto vale due o tre anni. Con la nuova legge, la necessità di rifare gli esami porterà la sua durata a 5 anni. Una modifica non professionalizzante, perché manca sempre di un aspetto sul quale è invece opportuno insistere, e cioè l’aggiornamento continuo degli assistenti bagnanti con corsi annuali. Un altro aspetto che rientra nelle modifiche proposte dai tecnici del settore, dopo un’attenta analisi delle esigenze del settore, per garantire una maggiore professionalità e sicurezza per gli operatori e per i cittadini. Auspichiamo che il Governo le accolga al fine di modernizzare il settore del salvamento acquatico e allinearlo agli standard internazionali” – conclude Stella.