Il progetto di riqualificazione dello Stadio Flaminio presentato dalla S.S. Lazio, che prevede la trasformazione dell’impianto in una struttura moderna e funzionale, in grado di ospitare partite di calcio di alto livello e grandi eventi, sta suscitando un acceso dibattito e forti preoccupazioni tra i residenti del quartiere Flaminio e dei Parioli.
Stadio Flaminio, sul progetto della Lazio dita puntate dei residenti del quartiere Flaminio e dei Parioli: “Dannoso per l’intera zona settentrionale della città”
Il progetto presentato dalla Lazio prevede un investimento di oltre 390 milioni di euro per la riqualificazione dello stadio, con l’obiettivo di trasformarlo in una struttura moderna e funzionale in grado di ospitare eventi di livello internazionale, compresi gli Europei del 2032.
Un obiettivo che la società biancoceleste in realtà vuole raggiungere prima, puntando a giocare la prima partita già nel 2029 nel nuovo stadio, su cui ha richiesto una concessione di 90 anni per ammortizzare l’ingente investimento.
Gli interventi
Il progetto prevede interventi non solo sull’impianto sportivo, ma anche sugli spazi circostanti, con la creazione di un vero e proprio centro di servizi che dovrebbe valorizzare l’intera area, compreso il Villaggio Olimpico.
Per realizzarlo, la Lazio ha rassicurato che verranno utilizzati micropali per la costruzione, evitando scavi profondi e realizzando i parcheggi in aree esterne per non danneggiare quanto si trova nell’area sottostante e nei pressi dell’area del maxi cantiere, e cioè le catacombe di San Valentino.
Come confermato poi nell’integrazione alla proposta di intervento di riqualificazione dello stadio, del 30 gennaio scorso, a firma del Presidente della Lazio Claudio Lotito, nel piano complessivo è anche prevista la realizzazione di un percorso museale per valorizzare le grandi opere realizzate dall’Arch. Pierluigi Nervi, oltre ad un info-point che rappresenti al meglio il quartiere.
Un futuro ancora incerto
Nonostante le rassicurazioni della società, il futuro dello Stadio Flaminio soprattutto riguardo ai tempi di realizzazione, rimane incerto proprio dovendo fare i conti con una serie di vincoli archeologici e paesaggistici
La riqualificazione dello Stadio Flaminio rappresenta una sfida importante per la città di Roma. Ma se da un lato, c’è la necessità di dotare la Capitale di impianti sportivi moderni e funzionali, in grado di ospitare grandi eventi e di promuovere la pratica sportiva, dall’altro lato, è fondamentale tutelare la qualità della vita dei residenti e garantire la sicurezza di tutti coloro che vivono e lavorano nella zona.

Un comitato di cittadini si fa sentire
Proprio in queste ore infatti, il comitato “Flaminio Parioli” tramite il portavoce del comitato, Giulio Castelli, ha espresso le ragioni della contrarietà al progetto, sottolineando l’importanza di difendere la qualità della vita dei residenti, ma anche richiamare l’attenzione dei decisori politici su un’opera che viene ritenuta dannosa per l’intera zona settentrionale della città.
Opacità del progetto e mancate risposte dalle istituzioni
Il comitato tramite una nota diffusa oggi, mercoledì 5 febbraio, ha denunciato la mancanza di trasparenza che avvolge il progetto, evidenziando come le istituzioni competenti, in particolare gli assessori alla mobilità, Patanè, e allo sport, Onorato, non abbiano fornito alcun riscontro alle richieste di chiarimento e confronto.
Mobilità, un nodo cruciale
Uno dei principali timori riguarda l’impatto del progetto sulla mobilità della zona. Piazza Manila, di fronte all’entrata meridionale dello stadio, è già un punto critico per il traffico, con diverse direttrici che convergono e si intersecano. L’aumento del flusso di veicoli in occasione delle partite e degli eventi, potrebbe causare un vero e proprio collasso della viabilità:
“Attualmente – spiegano -, su Piazza Manila, convergono molte direttrici di traffico: da nord la Via Flaminia, con una strettoia, perché nell’altra corsia c’è il passaggio del tram 2 senza dimenticare via del Vignola che confluisce su Via Flaminia, pochi metri prima; da sud c’è viale Tiziano e da est viale Pilsudsky che raccoglie il traffico proveniente da Monti Parioli, dalla parte inferiore di viale Parioli e dal viadotto di corso Francia. Poi ci sono le strade che defluiscono: il budello della Via Flaminia in direzione di Belle Arti; via Fracassini che convoglia tutto il traffico su lungotevere Flaminio e ponte Risorgimento. Esiste anche una direttrice da viale Tiziano verso il viadotto di corso Francia per raggiungere il quartiere di Tor di Quinto”.
Il comitato si interroga poi, sulle misure che verranno adottate per gestire la mobilità, chiedendo chiarimenti sulla ZTL annunciata e sul servizio navetta previsto per il trasporto degli spettatori; e preoccupazioni sono state sollevate anche sulla capienza dei mezzi, sulla frequenza delle corse, sui tempi di attesa e sulle aree di parcheggio per i bus navetta.
Sicurezza, un altro punto critico
Un altro aspetto che desta preoccupazione, è quello legato alla sicurezza. Il comitato ha infatti ricordato come in passato, in occasione di eventi sportivi, si siano verificati scontri tra tifosi, con conseguenti interventi delle forze dell’ordine e utilizzo di lacrimogeni. Episodio che andrebbero a discapito di un’area densamente abitata e compromettere la tranquillità dei residenti.
Viene inoltre sottolineato l’impatto che gli eventi allo stadio potrebbero avere sulle attività commerciali della zona, che potrebbero essere costrette a chiudere per motivi di sicurezza.
Concerti, un ulteriore elemento di preoccupazione
Il progetto prevede la possibilità di utilizzare lo stadio per ospitare concerti, un’eventualità che preoccupa non poco i residenti. Il comitato ricorda come in passato i concerti organizzati al Flaminio abbiano causato problemi di inquinamento acustico, con danni alle abitazioni e disturbi per la popolazione: “Il volume della musica provocò addirittura la frantumazione dei vetri di molte finestre e arrivò a disturbare anche la zona alta dei Parioli”.
Un appello all’amministrazione comunale
E’ stato annunciato dal comitato l’invio di una richiesta formale di incontro con l’amministrazione comunale, chiamata ad ascoltare le preoccupazioni dei residenti per aprire un dialogo costruttivo sul futuro dello Stadio Flaminio.
“Auspichiamo di essere ricevuti per esprimere i nostri dubbi che vengano prese in considerazione le esigenze di tutti, garantendo la riqualificazione dell’impianto nel rispetto della qualità della vita dei residenti e della sicurezza dell’intera zona” – ha concluso Giulio Castelli intervistato a Radio Roma Sound.