Ue, la difesa sul tavolo dei leader oggi a Bruxelles: Stati divisi

(Adnkronos) – Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca continua a far sentire i suoi effetti nella capitale dell'Ue. I capi di Stato e di governo dell'Unione si ritroveranno a Bruxelles oggi, lunedì 3 febbraio, per un vertice informale interamente dedicato alla difesa europea, un "brainstorming" piĂą che un summit in cui si prenderanno decisioni, come ha spiegato un alto funzionario comunitario. Il vertice, voluto dal presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa per favorire una discussione meno ingessata tra i leader, arriva quasi tre anni dopo che la Russia di Vladimir Putin ha invaso l'Ucraina.  E' "la prima volta", sottolinea la fonte, che i leader europei si trovano per un summit dedicato interamente alla difesa: durante i quattro anni della presidenza di Joe Biden non ne avevano mai sentito il bisogno, preferendo discutere la materia insieme ad altre, nei Consigli Europei 'regolari'. E' anche la prima volta, dopo la Brexit, che si riuniranno a 28 dal momento che il primo ministro britannico, il laburista Keir Starmer, sarĂ  ospite a cena al Palais d'Egmont di Bruxelles, dove si terrĂ  l'informale. La precedente 'location', il Chateau de Limont, non lontano da Liegi, in Vallonia, è stata scartata, alla fine, per motivi di sicurezza.   Ci sarĂ  anche il segretario generale della Nato Mark Rutte. Per una fonte diplomatica europea, il formato "va bene", perchĂ© "non avrebbe senso discutere di difesa senza la Nato". I leader dovrebbero arrivare al Palais a partire dalle 9.30, per i doorstep con la stampa. Alle 11 si aprirĂ  la prima sessione, con una discussione sulla situazione geopolitica. Successivamente, con Rutte, che conosce l'Euco come le sue tasche avendolo frequentato per molti anni da premier dei Paesi Bassi, parleranno della cooperazione tra Ue e Nato. Nel pomeriggio si scenderĂ  nello specifico della difesa europea e a cena con Starmer si discuterĂ  della collaborazione con il Regno Unito. Non sono previste dichiarazioni nĂ© conclusioni, trattandosi di un vertice informale, ma "nessuna conclusione non vuol dire nessun risultato", osserva la fonte.  Ovviamente, la guerra in Ucraina e le relazioni con gli Usa saranno ben presenti nel dibattito tra i capi di Stato e di governo europei. E' atteso, tra l'altro, che la premier danese Mette Frederiksen affronti il tema della Groenlandia, che è tornata nelle mire di Trump, come durante il primo mandato: "Presumo che voglia sollevarlo", dice la fonte. Si parlerĂ  sia delle prioritĂ  in materia di difesa comune sia di "quali ulteriori opzioni possono essere valutate" per finanziarle. SarĂ  importante, a questo fine, avere la "giusta sequenza" nel dibattito. Cioè, prima una lunga discussione "sulle capacitĂ " militari di cui l'Ue necessita e solo "dopo" la questione di come finanziare il tutto. Tutti i leader avvertono il "forte senso di urgenza" della materia, ma la discussione "è molto complessa", pertanto"non ci sono tempistiche" per misure concrete. Si procede "passo dopo passo". Per una fonte diplomatica europea, la sequenza corretta della discussione è ancora piĂą articolata: la prima domanda, osserva, è "cosa vogliamo", cioè "quale tipo di capacitĂ  critiche servono per la difesa del continente".  E qui, il ruolo primario spetta "alla Nato". Secondo, "chi ha il comando e il controllo di questi asset? Noi amiamo la Commissione Europea per molte cose", ma non quando si parla di "capacitĂ  critiche". Infine, "chi le finanzia e chi le produce? Noi facciamo queste cose in modo metodico: prima cosa e poi come. Alcuni partner partono dalla fine e mettono i soldi prima. Per noi la prima responsabilitĂ  è spendere il 2% per la difesa. Nel rapporto Draghi è scritto che, se ogni Stato membro spendesse il 2% per la difesa, allora libererebbe 60 miliardi extra per la difesa". Tra i Paesi dell'Ue "non c'è uniformitĂ " di vedute, ma l'Unione serve proprio per ridurre le differenze e avvicinare le posizioni, discutendo e dialogando, osserva un alto funzionario Ue. Una delle ipotesi sul tavolo è modificare il mandato della Banca Europea degli Investimenti, la banca pubblica dell'Ue, affinchĂ© possa finanziare maggiormente gli investimenti nella difesa. Su questo ben 19 Stati membri, tra cui Italia e Olanda, hanno scritto una lettera alla Commissione.   Occorre però, per alcuni Paesi, fare attenzione a non alterare il merito di credito dell'istituto, il rating tripla A, che gli consente di finanziarsi a tassi relativamente bassi. Su un maggiore ruolo per la Bei si registrano decise aperture: "Una banca che emette bond sulla base di garanzie degli Stati è una cosa completamente diversa da debito sovrano emesso dalla Commissione", sottolinea una fonte diplomatica europea, che bolla come "irresponsabili" alcune "idee" che circolano, come "nuovo debito comune" o utilizzare il Mes per finanziare le spese per la difesa, dato che si tratta di uno strumento creato per "rafforzare le banche" europee. C'è accordo "generale", comunque, sul fatto che si debba "spendere di piĂą" per la difesa europea e che debbano essere usate "il piĂą possibile" le clausole di flessibilitĂ  previste dal patto di stabilitĂ . Ma "stracciare le regole di bilancio adesso non avrebbe senso", per una fonte diplomatica europea. Il fronte dei Frugali, che aveva fatto argine quasi fino alla fine a Next Generation Eu, si è spaccato, con molti Paesi del versante est, a partire dai Baltici, che sono ben consapevoli della necessitĂ  di spendere di piĂą per la difesa.  A proporre per prima un fondo Ue da 100 miliardi di euro per la difesa era stata Kaja Kallas, quando era ancora premier dell'Estonia. Tuttavia, con le elezioni politiche in Germania alle porte, è difficile che arrivino grandi novitĂ  sul fronte finanziario. Ma "nell'Ue ci sono sempre elezioni e questo dibattito deve essere fatto". La Germania "ha un cancelliere", Olaf Scholz, "che sicuramente interverrĂ " e "ci saranno occasioni" per il prossimo governo tedesco di "esprimere le proprie idee". C'è però la consapevolezza diffusa, tra i leader, che "investire nella difesa" comporta "importanti esternalitĂ ", anche in termini di posti di lavoro. Una fonte diplomatica osserva che la Commissione Europea potrebbe avere un ruolo molto importante, liberando la Bei dalle regole Esg, che sono "un handicap", anche perchĂ© "finanziare la difesa non è come finanziare il porno o il tabacco". Dalle discussioni di lunedì, comunque, "non uscirĂ " una "cifra" precisa.   Potrebbe forse essere deciso qualcosa sulle "prioritĂ " in termini di capacitĂ  militari. "Questo potrebbe essere uno dei risultati" del summit, per l'alto funzionario. Una fonte diplomatica europea la pensa diversamente: "Sta alla Nato – dice – definire le capacitĂ  critiche per la difesa collettiva, non ha senso che la Commissione stili una sua lista". Anche perchĂ©, osserva, solo alcuni ambiti della difesa possono essere assegnati a livello comunitario, data le differenti collocazioni geografiche degli Stati membri. Ad esempio, nel campo della cybersicurezza. Se i leader riusciranno a trovare un terreno comune, lo si capirĂ  nella conferenza stampa finale, cui sono previsti Ursula von der Leyen per la Commissione, Antonio Costa per il Consiglio Europeo e Donald Tusk per il Consiglio Ue. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)