Tra gli arrestati nella retata di questa mattina sugli affari illeciti nel carcere di Rebibbia anche l’avvocata Lucia Gargano, già finita in manette in passato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta sulla “pax mafiosa” a Ostia. Per quell’accusa la penalista, molto nota nell’ambito del foro di Roma, era stata assolta in Appello lo scorso novembre dopo la condanna in primo grado a 6 anni e 8 mesi di carcere.
L’avvocata Lucia Gargano era già stata arrestata e poi assolta nell’ambito dell’inchiesta sulla pax mafiosa di Ostia
Secondo quanto emerso ora dall’inchiesta, coordinata dai pm della Dda capitolina Stefano Luciani, Simona Marazza e Francesco Gualtieri, che ha portato alla retata di oggi, l’avvocata Gargano si sarebbe avvalsa della sua qualifica per favorire i contatti con l’esterno di alcuni trafficanti di droga detenuti salvaguardandone così, secondo il giudice, gli “affari” che sarebbero proseguiti senza sosta.
Incastrata da video e audio
Le indagini tecniche di sorveglianza del carcere di Rebibbia avrebbero immortalato con video e audio – finiti agli atti – i colloqui dell’avvocata Gargano con detenuti di spicco tra i quali Christian Damiani, Alessio Lori e una loro spalla Salvatore Esposito. Colloqui coi detenuti secondo gli investigatori essenzialmente organizzati per la destinazione adi messaggi dall’esterno o alla presa in carico di messaggi per l’esterno oppure per la consegna di cellulari o se necessario di schede telefoniche, stupefacenti o anabolizzanti.
In compenso la penalista avrebbe ricevuto denaro, sempre secondo la ricostruzione degli investigatori.
Due i filoni di indagine
Nella maxi indagine dei carabinieri sul carcere romano di Rebibbia sono state scattate 32 misure cautelari. Nel primo gli investigatori hanno scoperto un sistema illecito, all’interno del Servizio per le dipendenze (Ser.D.) dell’Asl Roma 2 che opera nel carcere di Rebibbia, per far ottenere ai detenuti, attraverso certificazioni false, misure alternative fuori dalle celle.
A promuoverlo – secondo gli inquirenti – lo psicologo Vincenzo Saulino (finito agli arresti domiciliari), altre due operatrice sanitarie a lui sottoposte (per loro è scattata la misura interdittiva dalle funzioni). Mentre una quarta misura è scattata per un ex detenuto che sarebbe stato favorito dallo psicologoi.
Per questo filone dell’indagine gli investigatori dell’Arma assieme alla polizia penitenziaria hanno eseguito quattro misure.
Altre 28 persone sono state accusate anche di detenzione e associazione finalizzata al traffico di droga. L’arresto dell’avvocata Gargano rientra nel secondo filone di indagine e riguarderebbe presunti favoreggiamenti.
L’avvocata era finita in manette quattro anni fa, poi l’assoluzione piena ed ora il nuovo arresto
La stessa penalista era stata arrestata nell’ambito di una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia che verteva in particolare su un tentativo di imporre la ‘pax mafiosa’ su Ostia. Un accordo che secondo gli inquirenti era stato stretto nel dicembre del 2017 in un ristorante di Grottaferrata
Una sorta di summit a cui avevano partecipato, tra gli altri, Salvatore Casamonica (poi condannato a 16 anni), Fabrizio Piscitelli, alias ‘Diabolik’, il capo ultrà della Lazio ucciso a colpi di pistola il 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti, e l’avvocata Gargano con l’obiettivo – secondo la procura – di siglare la pax a Ostia tra gli Spada e il gruppo criminale all’epoca capeggiato da Marco Esposito, detto ‘Barboncino’, morto nel marzo 2022 per un malore all’età di 44 anni.
Al ristorante “L’Oliveto” di Grottaferrata quel giorno c’erano anche altri due personaggi. Un infiltrato, “il francese”, le cui gesta sono riportate nell’operazione “Brasile low cost”, quando i Casamonica cercavano di portare in Italia un aereo carico di cocaina purissima. E Dorian Petoku, un narcotrafficante albanese
All’epoca l’avvocata Gargano – che si accomoderà al tavolo solo in un secondo momento – lavorava per uno studio che si era occupato di diversi procedimenti della famiglia Casamonica. Per quel caso comunque la penalista accusata di concorso esterno in associazione mafiosa – come già specificato – è stata poi assolta in sede di appello.
N.b. Si precisa che l’indagine è ancora nella fase preliminare quindi le persone coinvolte e citate sono da considerare innocenti. La colpevolezza si concretizza solo a conclusione di tutti i gradi di giudizio
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