Chicco Testa, ex presidente di Roma Metropolitane, è stato assolto con formula piena in un processo che lo vedeva ancora coinvolto davanti alla Corte dei Conti, per i finanziamenti della linea C della metropolitana di Roma. Le prime parole dell’imprenditore dopo la sentenza, sono state di denuncia, per la solitudine in cui come “servitore dello Stato” è stato lasciato, e l’ingiustizia di un processo decennale.
Per l’imprenditore già assolto nel 2023 arriva la nuova sentenza per il processo Metro C: un calvario giudiziario durato oltre 10 anni
L’ex presidente di Roma Metropolitane, Chicco Testa, è stato assolto con formula piena nel processo che lo vedeva coinvolto nella realizzazione della linea C della metropolitana di Roma. Un verdetto che pone fine a un calvario giudiziario durato dieci anni e che ha profondamente segnato l’imprenditore.
La prima assoluzione nel 2023 nel processo sui finanziamenti per i lavori della metro C
A marzo del 2023 si concluse con una sentenza storica il lungo processo sulla linea C della metropolitana di Roma, che aveva coinvolto 25 tra amministratori e dirigenti pubblici. La Corte dei Conti aveva assolto venti imputati, tra cui figure di spicco come Gianni Alemanno e il manager Chicco Testa, e condannato quattro dirigenti per danno erariale.
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I giudici avevano quantificato il danno erariale in 115 milioni di euro, a carico del Comune di Roma, del Ministero delle Infrastrutture e della Regione Lazio, e la causa scatenante erano due verbali di accordo del 2008 e del 2011 con cui il Comune, attraverso la società Roma Metropolitane, riconosceva al consorzio Metro C dei compensi per ritardi nei lavori.
Secondo l’accusa, questi pagamenti non erano dovuti e quattro dirigenti: l’amministratore delegato, il direttore di Roma Metropolitane, l’ex direttore e l’ingegnere del ministero, sono stati condannati a pagare, i primi 800mila euro ciascuno, e i secondi 350mila euro ciascuno.
Il nuovo processo presso la Corte dei Conti
Al centro del processo che si è concluso tre giorni fa invece, c’era una transazione avvenuta nel 2014 tra Roma Metropolitane e il consorzio di imprese che si era aggiudicato l’appalto per la realizzazione della linea C.
Secondo l’accusa, questa transazione sarebbe stata il frutto di una condotta illecita. Tuttavia, il tribunale ha ritenuto infondate le accuse e ha assolto l’imprenditore, al termine di un procedimento lungo 10 anni.
Anni trascorsi sotto la minaccia di una condanna che hanno lasciato profonde ferite nell’ex presidente di Roma Metropolitane, che ha denunciato l’isolamento e la mancanza di solidarietà ricevuti durante il processo.
In un’intervista rilasciata in queste ore a “Il Giornale”, Testa ha espresso tutto il suo sollievo per l’assoluzione: “Questo processo mi ha tolto il sonno e quando ti capita sei da solo, nessuno ti mostra la minima solidarietà”, ha dichiarato Testa, sottolineando tutto il peso psicologico dell’accusa rivelatasi ingiusta.
Le conseguenze per gli altri indagati
Mentre Testa può finalmente voltare pagina, la vicenda giudiziaria non è ancora conclusa per gli altri indagati. Decine di persone si trovano ancora a fronteggiare richieste risarcitorie milionarie.