Come mangiavano i gladiatori e gli antichi romani: lo svela il menù del Centro alberghiero di Ostia

Il menù proposto tra cibo dei gladiatori e piatti raffinati dei ricchi, dalla "puls" al "libum" passando per il "moretum"

Scoprire gli usi e i costumi della Roma antica attraverso il cibo che mangiavano i gladiatori o i ricchi. Un vero e proprio percorso che è stato fatto nelle aule e nelle cucine del Centro di formazione professionale alberghiero Castel Fusano. In questo istituto, fiore all’occhiello del litorale, è stato studiato, nel vero senso del termine, un bellissimo e particolarissimo menù che rappresenta i cittadini romani dell’epoca e le classi sociali di appartenenza.

Il menù proposto tra cibo dei gladiatori e piatti raffinati dei ricchi, dalla “puls” al “libum” passando per il “moretum”

Lo avranno anche mangiato i gladiatori o i ricchi antichi romani questo menù ma, solo a leggerlo, fa decisamente venire l’acquolina in bocca. Al Centro di formazione professionale alberghiero Castel Fusano la storia si studia in maniera creativa, attraverso l’analisi e la scoperta della cucina e delle abitudini alimentari. Un modo particolarmente interessante per far scoprire agli alunni fatti e personaggi coniugando perfettamente l’indirizzo professionale dell’istituto con la parte teorica.

Centro formazione professionale Castel Fusano
I piatti proposti dall’alberghiero Castel Fusano

Nelle scorse ore gli chef e gli alunni si sono messi al lavoro su un menù che prevedeva un balzo indietro fino all’antica Roma, dove le diete variavano molto tra le classi sociali e le professioni, rispecchiando la gerarchia sociale.

Il menù proposto dall’alberghiero prevedeva piatti tipici dell’Antica Roma. Per quanto riguarda il cibo consumato dai Gladiatori troviamo la “Puls Gladiatoria” ovvero una pappa di orzo e legumi, arricchita con lenticchie stufate e insaporite con erbe spontanee.

Tra i piatti della cucina popolare c’era il “Moretum”, una crema di formaggio fresco con aglio ed erbe aromatiche, consumata con il pane; le olive condite, marinate in erbe e aceto; la zuppa di cavolo con cipolle e olio d’oliva.

Passando poi al cibo delle classi superiori troviamo il “Mulsum” e cioè un vino speziato con miele; la porchetta, maiale arrosto farcito con erbe aromatiche e il “libum”, un dolce di ricotta e miele, offerto spesso agli dei.

“Questo menù – spiega il direttore della scuola, Fabrizio Fraschetti rientra in un ciclo che prevede iniziative in cui si collegano teoria, quindi materie non professionalizzanti, a quelle professionalizzanti. Dopo la parte teorica i ragazzi hanno preparato un banchetto romano ricostruendo i piatti di quel periodo. Le classi che studiano il periodo del Risorgimento, ad esempio, hanno preparato un menù ottocentesco. Ogni periodo storico  viene studiato con una iniziativa didattica legata al tema”.

Ulteriori dettagli relativi al menù arrivano dallo chef Andrea Palmieri. “Abbiamo mostrato ai ragazzi quanto fosse importante il consumo di ortaggi e legumi, soprattutto per i gladiatori e i militari. Solo i ricchi avevano accesso alla proteina animale. Il ceto di mezzo accedeva ad entrambe le tipologie di dieta. Nella preparazione del menù abbiamo usato gli ortaggi di stagione, collegandoci al tema della sostenibilità”.

Come mangiavano i gladiatori e gli antichi romani: lo svela il menù del Centro alberghiero di Ostia 1

E così, con questo menù, scopriamo la prelibatezza del “puls”, la pappa a base di farro e orzo stracotti insieme a tutti gli ortaggi, un piatto diverso dalla classica zuppa.

Come mangiavano i gladiatori e gli antichi romani: lo svela il menù del Centro alberghiero di Ostia 2

Nel menù figura anche il “moretum”. “Si tratta – spiega Palmieri – di una crema di formaggio spalmabile. I romani lavoravano molto con i pesti e noi abbiamo usato il pecorino romano dop pestato con aglio e erbe”. 

La ricetta

Portata finale del menù era il “libum”, un dolce realizzato con una ricotta di pecora setacciata e unita a miele di acacia o millefiori e alla frutta secca. Si mette nella ricotta un trito di uva passa e noci, mandorle, pistacchi, quindi va tutto in frigo e si serve come dolce. Un’idea tutta da provare anche durante queste feste di Natale.