Il dipinto di Marc Chagall arriva per la prima volta in Italia e sarà visitabile gratuitamente a Palazzo Cipolla
Un Giubileo con i fiocchi anche dal punto di vista artistico. La “Crocefissione Bianca”, celebre dipinto di Marc Chagall sarà visitabile a Roma a partire da domani, mercoledì 27 novembre, presso il nuovo Museo del Corso nella sede di Palazzo Cipolla in via del Corso 320 nell’ambito della quarta mostra della rassegna “Giubileo è cultura” a ingresso gratuito sino al 27 gennaio 2025.
L’opera dell’artista bielorusso originario di Lëzna e naturalizzato francese, morto nel 1985 all’età di 98 anni arriva in Italia per la prima volta e sarà visitabile presso il Museo di Palazzo Cipolla tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00.
Lo ha annunciato il Dicastero per l’evangelizzazione e la presenza nella capitale di questo capolavoro costituisce una grande occasione, per appassionati e studiosi d’arte ma anche per il pubblico più vasto, di ammirare dal vivo un’opera che ingloba una serie di elementi religiosi e simbolici tipici di uno dei principali artisti del Novecento.
Chagall usa elementi raffigurativi spesso fantastici e onirici, dando luogo a uno stile assolutamente personale che trova piena accoglienza nel dipinto della “Crocefissione Bianca” realizzata nel 1938.
Proprio la “Crocefissione Bianca” costituisce un punto di svolta nella produzione pittorica dell’artista bielorusso che, attraverso la raffigurazione di Cristo come martire, evoca la persecuzione subita dal popolo ebraico sotto il tallone del nazismo e del fascismo in Europa già prima dell’inizio della Seconda Guerra mondiale.
Nel quadro emergono riferimenti all’incendio delle sinagoghe su cui domina l’effige di Gesù durante la passione in quanto figlio del popolo ebraico.
La “Crocefissione Bianca”, esposta a Palazzo Cipolla, contiene espliciti richiami all’arte italiana del 1300 ma anche al periodo del rinascimento traendo ispirazione dalle opere realizzate da Michelangelo ma anche dalla croce dipinta da Rembrandt, uno dei massimi esponenti della pittura fiamminga e continentale nel 1600.
Gli elementi rappresentati da Chagall attorno Cristo crocifisso e con il ventre coperto dal Tallit, lo scialle indossato dagli uomini durante la preghiera, illustrano i pogrom e cioè gli episodi di violenta repressione antisemita attuati nell’epoca a lui contemporanea soprattutto in Lettonia e in Polonia anche sotto i russi, raffigurati con le loro bandiere rosse, e un villaggio saccheggiato da cui scappano a piedi tre figure barbute, una delle quali stringe in mano la torah con le tavole della legge e i contenuti della dottrina religiosa più conservatrice.
In sintesi la “Crocefissione Bianca”, così denominata anche per via del fascio di candida luce che illumina la croce quasi fosse un proiettore da palcoscenico, rappresenta una delle più plateali condanne della guerra e dell’odio che hanno devastato il mondo nel secolo scorso con due guerre mondiali e infiniti altri conflitti capaci di insanguinare anche i luoghi più reconditi del pianeta.
Oltre alle fiamme che distruggono le case l’artista dipinge anche un’imbarcazione di profughi ebrei in cerca della salvezza.
In basso al centro, invece, c’è la Menorah, il candelabro ebraico che fa la veglia al Gesù morente. A destra della “Crocefissione Bianca” ardono i libri della Sacra Scrittura e una delle tante sinagoghe date alle fiamme nella Germania di Hitler mentre dall’alto dominano i dieci comandamenti e la stella di Davide, altri due simboli caratteristici della religione ebraica.