Annega la figlia di 10 mesi e poi tenta di togliersi la vita

Dopo aver annegato la figlia la donna ha tentato di togliersi la vita

Foto di archivio

Mamma annega la figlia di dieci mesi nella vasca da bagno, a casa. Poi tenta di togliersi la vita.

Dopo aver annegato la figlia la donna ha tentato di togliersi la vita

E’ accaduto oggi a Nole, nel Torinese. Ad avvertire il 118 il padre della piccola mentre provava disperatamente a rianimarla.

Dopo aver ucciso la figlia, la donna ha tentato di togliersi la vita con un coltello da cucina. Ora è piantonata in ospedale.

Aveva manifestato problemi psicologici fin dai primi mesi di gravidanza e per questo era seguita da uno psicologo che avrebbe incontrato anche in giornata.

La depressione post partum

I tentativi di rianimazione purtroppo si sono rivelati inutili. Il padre ha provato ripetutamente a far tornare a respirare la figlia seguendo al telefono le indicazioni dei medici del 118 che nel frattempo stavano accorrendo.

Stiamo insieme da tanti anni, abbiamo voluto la nostra bimba“, ha raccontato l’uomo ai carabinieri disperandosi per la morte della figlia.

La mamma è stata poi trasportata all’ospedale Molinette di Torino in stato di shock.

In casa sono stati trovati dei bigliettini lasciati dalla donna che pare soffrisse di depressione post partum.

Il disagio psicologico della donna si sarebbe aggravato proprio con la nascita della piccola.

Sbalzi d’umore

Molte mamme “alle prime armi” sperimentano un malessere fisiologico chiamato “baby blues”, che spesso si manifesta dopo la nascita del bambino e che generalmente comprende sbalzi d’umore e crisi di pianto che si risolvono in breve tempo.

Altre neo mamme vanno invece incontro ad una più severa forma di depressione, nota come depressione post partum.

Infine, ancor più raramente, dopo la nascita del bambino si manifesta una forma estrema di depressione post partum nota come psicosi da post parto.

Saranno ora gli specialisti a spiegare quale malessere interiore abbia spinto la donna a questo gesto estremo, contronatura.

Comprendere i segnali

A volte questi malesseri interiori diventano un vuoto (vuoto del figlio che si è partorito, vuoto di se stesse) che si riempie di solitudine e angoscia mostrando fragilità psichiche che possono innescare la depressione post-partum.

Come spiegano dal Bambino Gesù  si tratta di un disturbo duraturo che si manifesta in genere dalle quattro alle sei settimane dopo il parto e che merita attenzione e aiuto da parte di specialisti.

La donna sperimenta umore depresso, perdita di interesse e piacere, ridotte energie, perdita di fiducia e autostima, sensi di colpa eccessivi, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno e dell’appetito.

Questo malessere profondo porta spesso a un distacco affettivo della mamma dal suo bambino e alla dolorosa incapacità di interpretare i suoi segnali e prendersi cura di lui. Proprio per questo è indispensabile che le persone più vicine alla mamma in difficoltà chiedano aiuto agli specialisti presenti anche nei consultori di famiglia delle Asl.