Stroncato da un improvviso malore mentre era al bar con gli amici, Arsiero Fabbri, poliziotto in servizio al commissariato di Civitavecchia, ha perso la vita a 42 anni. Solo sei mesi fa, sempre con un malore improvviso, nella sua casa a Tarquinia era morta la sorella Lucia.
Il poliziotto stroncato all’improvviso mentre era al bar, sei mesi fa la morte analoga della sorella
Lucia, quattro anni più giovane e tecnico della riabilitazione psichiatrica, lavorava nel reparto di neuropsichiatria infantile dell’ospedale di Civitavecchia.
Il dramma del poliziotto morto all’improvviso, forse per un infarto, sta ora sconvolgendo Villa San Giovanni in Tuscia, piccolo centro del viterbese dove abitava. E dove gli amici del bar, ieri, venerdì 11 ottobre, increduli lo hanno visto accasciarsi e morire.
Un dramma sconfinato per i genitori che hanno perso i loro unici figli in pochi mesi.
Arsiero a sua volta ha lasciato la moglie e una figlia. La sorella Lucia il marito e due bambine. Due tragedie allargate che hanno lasciato sbigottite più famiglie e i colleghi, a Civitavecchia.
Il post di commiato
“Il paese – scrive il Comune in una post – si è svegliato sconvolto dalla terribile notizia della prematura scomparsa del giovane concittadino Arsiero Fabbri. Evento che lascia l’intera cittadinanza senza fiato per la sua drammaticità. Esprimiamo a nome dell’intero paese vicinanza alla famiglia del caro Arsiero”.
I dubbi, non confermati, sui social: “Stesso lotto anti covid?”.
Stesso dramma di Giovanni Procassanti
A settembre un altro dramma, un altro poliziotto morto all’improvviso. A morire colpito probabilmente da un infarto, Giovanni Procassanti, 55 anni, un poliziotto della penitenziaria in servizio a Rebibbia.
La disgrazia nella mattinata del 17 settembre. Il poliziotto alla guida di un blindato doveva trasportare un detenuto in ospedale. Varcata la porta del pronto soccorso è morto lui. Inutili i soccorsi immediati dei medici dell’ospedale israelitico di Roma.