La veggente di Trevignano è stata ascoltata per circa due ore in Procura a Civitavecchia. I pm hanno interrogato Gisella Cardia, all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla e più nota come la Santona di Trevignano, sulle presunte truffe ai fedeli, dai quali assieme al marito, pure lui indagato, avrebbe ricevuto soldi.
La veggente ascoltata in procura sfoggia la sua difesa: “Nessuna truffa, solo donazioni”
Il procedimento è stato aperto dopo la denuncia dell’ex devoto Luigi Avella, un ex funzionario del ministero dell’Economia, che ha versato alla causa religiosa 123mila euro e che poi si è sentito raggirato, accerchiato da una sorta di setta “visto – come ha spiegato – che i messaggi della Vergine alla presunta santona sembravano diabolici“.
La difesa della veggente
“Non ho mai chiesto soldi a Luigi Avella. Nessun raggiro – ha spiegato oggi ai magistrati la veggente sconfessata dalla Chiesa – È stato lui a volerli donare per l’acquisto degli arredi del Campo delle rose, a Trevignano. Ci teneva, tanto che seguiva con costanza i lavori per accertarsi che fosse fatto tutto alla perfezione”.
La sua avvocata, Solange Marchignoli, è certa che il caso si chiuderà col proscioglimento dei suoi assistiti: “Abbiamo tutta la documentazione a difesa“, spiega.
Il caso Cucinotta
Non un caso isolato la maxi donazione di Avella. L’ex seguace, l’unico a denunciare la veggente, parlando alla trasmissione “La Volta Buona” su RaiUno, ha tirato in ballo anche l’attrice Maria Grazia Cucinotta e suo marito, secondo lui anche loro finanziatori.
Cucinotta, al momento, non ha smentito ne’ confermato le parole di Avella. Il rapporto dell’attrice siciliana con Gisella Cardia era salito agli onori della cronaca, però, per un video del 2021 in cui l’attrice abbracciava la “veggente” sull’ormai ex “Campo dei Miracoli”, sequestrato poi dalla Procura.
Fino allo scorso agosto ogni terzo giorno del mese, giorno della presunta apparizione della Madonna, la sedicente veggente si recava a recitare il rosario radunando i suoi seguaci.
Su questi fenomeni, nel marzo scorso, con un decreto a firma del vescovo Marco Salvi, si è pronunciata la diocesi di Civita Castellana, competente per territorio. Secondo il documento nelle adunate, nei messaggi della Vergini ventilati dalla santona, non c’è nulla di divino.
Chiuso l’aspetto religioso resta quello giudiziario: i magistrati di Civitavecchia dovranno stabilire se si sia consumato il reato di truffa ai danni dei fedeli.
Una volta chiuse le indagini, gli inquirenti decideranno se chiedere o meno il rinvio a giudizio della coppia.