Apertura

Roma, nuovi guai per il poliziotto del caso Omerovic: stavolta per truffa ai danni dello Stato

Il poliziotto finisce sotto inchiesta in un secondo fascicolo: indagato insieme al suo medico. Le accuse

Il poliziotto accusato di aver torturato nel luglio del 2022 Hasib Omerovic, un 36enne sordomuto di etnia rom, fino a indurlo a lanciarsi dalla finestra della sua camera pur di fuggire, è finito sotto inchiesta a piazzale Clodio anche per truffa e falso.

Il poliziotto finisce sotto inchiesta in un secondo fascicolo: indagato insieme al suo medico. Le accuse

Un nuovo fascicolo dove all’assistente capo Andrea Pellegrini, a lungo in servizio nel commissariato di Primavalle e ora sospeso dopo un periodo agli arresti domiciliari, viene contestato di essersi finto malato per non lavorare. In quattro anni dal 2018 al 2022 avrebbe accumulato 160 giorni di malattia ora ritenuti sospetti.

In base alle indagini condotte dal sostituto procuratore Carlo Villani il poliziotto avrebbe usufruito a suo vantaggio di 18 certificati medici. Tanto che il camice bianco che li ha firmati è ora accusato di favoreggiamento.

Il nuovo fascicolo, che vede come parte lesa il ministero degli Interni, è stato aperto grazie alle segnalazioni della stessa Polizia di Stato.

L’accusa di tortura

A giorni ci sarà invece l’udienza preliminare in cui Pellegrini deve rispondere del reato di tortura perché, secondo la ricostruzione del pm Stefano Luciani, nel blitz senza mandato in casa della famiglia rom, Omerovic “con il compimento di plurime e gravi condotte di violenza e minaccia, cagionava ad Hasib un trauma psichico, in virtù del quale lo stesso precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto nei suoi confronti”.

Per questo filone il poliziotto è accusato in concorso con due colleghi di di falso: avevano attestato che l’intervento era “dipeso dall’essersi incrociati per strada lungo il tragitto e non, come realmente accaduto, da accordi telefonici previamente intercorsi”. I poliziotti avrebbero, inoltre, omesso “di indicare tutte le condotte poste in essere da Pellegrini nell’appartamento”. Un quarto agente presente al blitz qualche giorno fa ha patteggiato la pena a 11 mesi.

La ricostruzione

Secondo la procura il poliziotto Andrea Pellegrini avrebbe compiuto una serie di azioni configurabili come tortura.

Dopo essere entrato nell’abitazione, immediatamente e senza alcun apparente motivo, colpiva Omerovic con due schiaffi nella zona tra il collo e il viso, contestualmente rivolgendo al suo indirizzo con fare decisamente alterato. “Non ti azzardare mai più a fare quelle cose, a scattare foto a quella ragazzina“.

Il pretesto dell’agente farsi giustizia senza mandato per una ipotesi di reato tra l’altro non denunciata.

“Un poliziotto spregiudicato”

Il Tribunale del Riesame, nel respingere la liberazione subito dopo l’arresto, aveva dipinto così l’agente. “Un poliziotto spregiudicato, privo di autocontrollo e incurante della divisa indossata”.

Connotano in maniera negativa la personalità di Pellegrini, incensurato, i procedimenti disciplinari nonché le dichiarazioni del collega (e coindagato per il reato di falso) Fabrizio F. secondo cui, nei servizi in pattuglia, il poliziotto non avrebbe utilizzato “metodi ortodossi”, al punto di essersi vantato di aver picchiato un pedofilo”.