Si schiantò con lo scooter contro un albero della Colombo: per la Procura colpe del Campidoglio nella morte di Noemi

La morte di Noemi Carrozza poteva essere evitata, la procura potrebbe chiedere a breve il processo per tre funzionari del Simu

Il punto della Cristoforo Colombo nel quale è morta Noemi Carrozza

Un guardrail le avrebbe salvato la vita. Noemi Carrozza, la 21enne campionessa di nuoto sincronizzato, sarebbe probabilmente ancora viva se il Campidoglio avesse protetto quel tratto della Cristoforo Colombo con una barriera di sicurezza, un guard rail.

La morte di Noemi Carrozza poteva essere evitata, la procura potrebbe chiedere a breve il processo per tre funzionari del Simu

Queste le conclusioni della Procura di Roma che ha chiuso le indagini nei confronti dell’ex capo e due dirigenti del Simu, il dipartimento sviluppo infrastrutture manutenzione urbana) di Roma Capitale.

Il 15 giugno del 2018 il guard rail all’altezza di via Plinio avrebbe attutito lo schianto della sincronette in moto contro un leccio.

A dare l’ordine di far montare la barriera avrebbe dovuto essere Roberto Botta, all’epoca direttore del Simu, ora indagato con l’accusa di omicidio stradale (e a processo con accuse analoghe anche per la morte di Elena Auby). Ma il dirigente, secondo il pm Stefano Luciani, non ha impartito alcun ordine in questo senso. Lo stesso vale per due funzionari Fabio P. e Fabio R., anche loro all’epoca dell’incidente ai vertici del Simu, il primo come direttore delle urbanizzazioni primarie e il secondo delle opere stradali.

Verso il processo

In base a questa  ricostruzione, la Procura ha  chiuso le indagini nei confronti dei tre dirigenti, atto che prelude alla richiesta del processo che però non è scontato.

Una decisione che arriva dopo due richieste di archiviazione da parte della procura. A rallentare il procedimento, è stata la relazione del consulente della Procura, secondo cui il Comune non era obbligato a montare la barriera.

Di diverso avviso il gip, secondo cui il Campidoglio ha sempre l’obbligo di garantire la sicurezza delle strade. Obiettivo che in questo caso si sarebbe raggiunto solo con l’installazione di una barriera di protezione davanti al leccio.

L’incidente

La sincronette, quella sera, era andata a sbattere contro un albero che costeggia la Cristoforo Colombo dopo aver perso il controllo del suo motorino. Nessun sforamento dei limiti di velocità, eppure lo schianto si è rivelato mortale spezzandole la vita a 21 anni.

Per la mancata manutenzione della strada, invece, dopo sei anni, si è arrivati al processo per otto imputati per la morte di Elena Aubry, un’altra giovane motociclista morta sulla via Ostiense. Uno degli imputati che aveva scelto il rito abbreviato è stato appena condannato in via definitiva.