Colpo di scena su Ostia Comune: spetta al Governo nazionale indire l’eventuale referendum per l’autonomia

Arrivata la risposta al Consiglio regionale del Lazio sulla possibilità di intervento della Regione in merito a Ostia Comune

Ostia Municipio Palazzo del Governatorato X piazza della Stazione Vecchia drone canaledieci

Su Ostia Comune, ed un eventuale referendum per l’autonomia, l’ultima parola spetta al Governo. Questo quanto emerso nelle ultime ore attraverso una riposta ufficiale arrivata alla Segreteria Generale del Consiglio regionale del Lazio.

Arrivata la risposta al Consiglio regionale del Lazio sulla possibilità di intervento della Regione in merito a Ostia Comune

La Segreteria Generale del Consiglio regionale del Lazio ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri –Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie, un confronto preventivo sulla possibilità di modificare i confini di Roma Capitale sulla base dell’articolo 133 della Costituzione, secondo comma.

L’articolo è il seguente: “Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Provincie nell’ambito d’una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione.

La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni”.

La richiesta era relativa, quindi, al fatto se la Regione potesse o meno, attraverso una propria legge, modificare gli attuali confini di Roma Capitale e dar vita ad un nuovo Comune.

E’ giunta, nelle scorse ore, la risposta con le valutazioni dell’ufficio Affari legislativi e relazioni parlamentari del Ministero dell’Interno, formulate sulla base della richiesta della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La modifica dei confini di Roma Capitale chiama in causa la legge statale. Le ricadute sarebbero sulla configurazione demografica, territoriale e strutturale dell’ente Città Metropolitana.

“Si ritiene che l’istituzione di un nuovo Comune – si legge tra le righe della risposta – per distacco da Roma Capitale potrebbe determinare un vulnus all’attuale consistenza demografica e strutturale dell’ente poiché l’applicazione della procedura di cui all’articolo 133, secondo comma, della Costituzione nel caso di specie inciderebbe sull’autonomia statutaria, normativa, finanziaria e delle funzioni previste dai decreti legislativi sull’ordinamento speciale di Roma Capitale, che è demandato  ai sensi dell’articolo 114, comma terzo, della Costituzione, alla competenza esclusiva delle legge statale”.