Roma, uccisa da un proiettile vagante: arrestati due stranieri

Caterina Ciurleo era stata uccisa da un proiettile esploso da un'auto in corsa: un agguato finito male contro il bersaglio sbagliato

I rilievi dopo gli spari costati la vita al'81enne a Ponte di Nona

Un agguato andato storto. Con un proiettile esploso contro la persona sbagliata. Era morta così per sbaglio,  Caterina Ciurleo, una ottantenne di passaggio a Ponte di Nona. Era il 23 maggio. A distanza di due mesi la svolta nelle indagini: per l’omicidio sono finiti in carcere due ventenni stranieri.

Caterina Ciurleo era stata uccisa da un proiettile esploso da un’auto in corsa: un agguato finito male contro il bersaglio sbagliato

L’arresto nel pomeriggio di oggi, 25 luglio. Ad eseguire le due misure cautelari che hanno portato in carcere on l’accusa di omicidio volontario Adrian Stefan Ionita, un 24enne romeno, e  Mirko Infante, un 23enne peruviano, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Roma.

La pensionata, 82 anni, viaggiava sulla Smart guidata da un’amica. All’altezza del supermercato Unico succede in un istante l’imprevedibile. Viene colpita alla schiena da un proiettile calibro 9 esploso dagli occupanti di una Fiat 500 rossa che si era affiancata, percorrendo un tratto della carreggiata contromano.

Lo scopo degli uomini armati sulla 500 era quello di centrare con una sventagliata di colpiti dei banditi rivali su una Golf. Chi guida la Golf però accelera a tutta la velocità, sorpassa la Smart ed i colpi finiscono fuori bersaglio. La donna morirà l’indomani al Policlinico Tor Vergata.

Per gli investigatori sull’auto da dove sono partiti i colpi c’erano proprio i due stranieri.

Bersaglio sbagliato

Già dalle prime battute delle indagini della Squadra Mobile era emerso che la vittima non era il reale bersaglio dell’agguato, in quanto i colpi, almeno 5 calibro 9, erano stati esplosi in direzione proprio di una Golf che si trovava sulla medesima carreggiata percorsa dalla vittima.

Ricostruita la dinamica dell’agguato, grazie anche all’acquisizione e all’analisi di svariate ore di sistemi di videosorveglianza della zona, è stato possibile raccogliere gravi indizi in merito all’omicidio.

A chiedere e ottenere la misura cautelare in carcere il opm della Direzione Distrettuale Antimafia che ha coordinato le indagini, Carlo Villani.