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Ostia, nuovo esposto per il tritovagliatore “fuorilegge”: polizia locale pronta a un sopralluogo

Le condizioni in cui opera il personale del tritovagliatore restano critiche mentre nell’aria continuano a diffondersi odori insopportabili

Si alza il livello di attenzione sulle condizioni insalubri del tritovagliatore di Ostia situato nella zona industriale di Dragona. Il X Gruppo Mare della polizia locale di Roma capitale ha, infatti, sollecitato l’inoltro all’Ispettorato del lavoro dell’esposto presentato il mese scorso dal capogruppo del M5S Alessandro Ieva nel X Municipio.

Le condizioni in cui opera il personale del tritovagliatore restano critiche mentre nell’aria continuano a diffondersi odori insopportabili

E’ quanto emerge da una nota predisposta dai caschi bianchi del litorale e allegata dall’esponente grillino a una nuova denuncia presentata all’Ispettorato Nazionale del Lavoro e al Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Roma. Denuncia che punta l’indice contro l’inerzia delle autorità competenti e richiede controlli tempestivi sulle criticità cui sono esposti gli operatori di Ama in forza all’impianto mobile di trattamento dei rifiuti di Romagnoli 2 (leggi qui).

Criticità che riguardano anche le aree residenziali situate in prossimità del tritovagliatore da cui fuoriescono miasmi e cattivi odori che ammorbano l’aria soprattutto, scrive Ieva, “in orario serale e con maggiore frequenza nelle giornate di lunedì e martedì”.

I vigili urbani hanno rimarcato la loro disponibilità ad effettuare un “sopralluogo congiunto” con gli organi tecnici preposti “poiché si evidenziano condizioni lavorative” effettuate “in ambienti insalubri”, almeno potenzialmente.

Una situazione di irregolarità certificata anche dalla Regione Lazio secondo cui il “trattamento dei rifiuti sta avvenendo come se si trattasse di un impianto fisso” tuttavia “privo dei requisiti e delle autorizzazioni necessarie” allo smaltimento pesante di materiali di scarto che non dovrebbero neppure essere depositati all’interno della struttura come invece documentano alcune immagini scattate clandestinamente e in cui si vedono tonnellate di oggetti sparsi sul pavimento.

La situazione resta critica -incalza Ieva- nonostante il mio esposto del 13 maggio scorso, al quale ha fatto seguito la nota della Regione Lazio al Consiglio dei Ministri e al commissario straordinario per il Giubileo, sindaco Roberto Gualtieri, con l’invito a regolarizzare la gestione dell’impianto che, essendo mobile, presenta delle limitazioni operative e autorizzative che precludono la possibilità di smaltire i rifiuti in modo intensivo. Si deve intervenire subito perché è a rischio la salute dei lavoratori, dei cittadini e dell’ambiente. Non c’è attenzione né da parte del Campidoglio, né di Ama,né dei sindacati e delle opposizioni. Probabilmente Gualtieri ‘non va disturbato,’ ma io continuerò a farlo finché non verranno presi i giusti provvedimenti”.

Nell’impianto verrebbero lavorati abusivamente rifiuti che richiedono tutt’altro tipo di trattamento

C’è il fondato sospetto che l’impianto Ama di Dragona non trituri soltanto i rifiuti della raccolta indifferenziata prodotti nel territorio che ricade sotto la competenza dell’amministrazione locale, ma che l’immondizia arrivi anche da altri municipi di Roma. Sembra poi che i macchinari per il trattamento meccanico siano stati addirittura integrati da un altro dispositivo, non solo illegale ma anche pericoloso per il personale, oltreché fonte dello spargimento di odori insopportabili in tutta l’area circostante (leggi qui).

In attesa che le istituzioni competenti battano un colpo il via vai continuo di camion che entrano ed escono dal tritovagliatore prosegue incessantemente ed è possibile che nel capannone siano state stoccate abusivamente anche delle ecoballe.

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