Ostia, il blitz di Mare libero: “La spiaggia è di tutti, basta stabilimenti”

I manifestanti vogliono che il mare sia reso accessibile a tutti dove le concessioni sono scadute

-canaledieci.it

Blitz dell’Associazione Mare Libero e del coordinamento nazionale Conamar  che ha occupato simbolicamente la spiaggia dello stabilimento balneare Elmi di Ostia Lido. I manifestanti hanno rivendicato il diritto della libera fruizione della spiaggia la cui concessione è scaduta ed è quindi, a loro giudizio, liberamente accessibile da chiunque voglia accedervi.

I manifestanti vogliono che il mare sia reso accessibile a tutti dove le concessioni sono scadute

Una ventina di attivisti  provenienti da varie regioni d’Italia tra cui Campania, Veneto e  Liguria hanno occupato la spiaggia piantando ombrelloni portandosi dietro le loro sedie pieghevoli e relativi teli da mare.

L’iniziativa, infatti, la prima in assoluto promossa da Conamar e Mare Libero, punta a far capire che, laddove le concessioni balneari sono scadute, i bagnanti hanno pieno diritto ad occuparle, senza dover pagare il biglietto o chiedere autorizzazioni a quelli che, a tutti gli effetti dovrebbero essere considerati ormai ex titolari delle stesse strutture.

A questo presidio ne seguiranno altri a livello nazionale, secondo un programma che ha già suscitato l’interesse degli organismi comunitari nell’ambito di due convocazioni ufficiali dell’organizzazione a Bruxelles.

Il blitz, con tanto di bagno nelle acque del litorale per gli attivisti più giovani, è iniziato intorno alle ore 15.00 e si è concluso alle 18.00 circa.

La polizia non ha potuto intervenire sia perché era stata avvisata del sit in, sia perché i due titolari dello stabilimento Elmi hanno preso atto della situazione che, dal punto di vista giuridico, può contare sull’esperienza del presidente nazionale del Conamar, Roberto Biagini, avvocato nonché ex assessore al demanio del comune di Rimini, presente oggi in spiaggia.

Il principio che l’associazione vuol far passare anche a livello normativo è che se uno stabilimento non ha tutte le carte in regola, il cittadino può entrare con le sue attrezzature da spiaggia, incluso ombrellone e sedia a sdraio, e ha pieno diritto di sistemarsi sulla porzione di arenile in teoria vietata alla sosta. E cioè quella situata a ridosso della battigia su cui si può invece stare, così come previsto dalle ordinanze comunali e dalle disposizioni della capitaneria di porto.

I manifestanti sono stati, tuttavia, identificati dalla Digos dopo un breve scambio di battute con Biagini,  mentre gli assistenti bagnanti che avrebbero potuto farli spostare hanno continuato ad occuparsi della vigilanza sullo specchio di mare antistante dove erano presenti diverse persone.

La scena non è sfuggita a chi in quel momento si trovava sul pontile vicino e in diversi, visto che la situazione restava in ogni caso tranquilla, si sono aggregati al gruppo di Conamar e Mare Libero per godersi un po’ di mare a “sbafo“, su una spiaggia con le autorizzazioni scadute.

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La protesta a 360 gradi di Mare libero

Al sit in balneare era presente, tra gli altri, il consigliere di municipio nonché presidente di commissione, Marco Possanzini, in qualità di osservatore.

Spontanea sorge quindi la domanda se Conamar voglia in qualche modo fare due pesi e due misure. Attaccare, cioè, i concessionari senza però usare lo stesso metro per le spiagge libere di Castel Porziano e Capocotta dove, come lo scorso anno, la stagione è ancora lungi dall’essere pronta per via dei cronici ritardi nell’attivazione dei chioschi e dei servizi destinati agli arenili di pubblica utilità.

Facile populismo dunque? Forse per non disturbare il “manovratore“, ovvero il Campidoglio che, intanto, è rientrato in possesso delle deleghe sulle attività balneari che erano state delocalizzate molti anni fa (leggi qui).

Il sospetto viene rispedito al mittente dagli stessi esponenti di Mare libero Roma che, sottolineano di aver “avuto già due incontri con l’assessore capitolino al Patrimonio, Tobia Zevi, per chiedere che le spiagge libere vengano attrezzate civilmente e dignitosamente, incluse Castel Porziano e Capocotta“.

L’assessore ci ha assicurato che, presto, saranno attivati anche i servizi igienici e le docce. Il Lido di Levante potrebbe essere un gioiello, un biglietto da visita per il turismo nazionale e internazionale e, invece, è trascurato”.

Per non parlare delle difficoltà che incontrano le persone diversamente abili interessate a fruire delle stesse spiagge. Tutto ciò -rimarcano gli attivisti- mentre i turisti stranieri vagano disperatamente alla ricerca di un varco dove passare lungo il muro che impedisce qualsiasi accesso al mare nella zona centrale del Lido“.

Per il momento contro il Campidoglio solo messaggi di posta elettronica certificata, mentre Conamar studia le prossime mosse per nuovi sit in anche in altre regioni d’Italia.

Le prossime spiagge obiettivo dei disobbedienti

Estenderemo l’esperimento pilota di Ostia -dice a canaledieci.it l’avvocato Roberto Biagini, presidente nazionale di Conamar- alla Versilia, ai lidi Genovesi ma anche alla Romagna. In tutte queste zone abbiamo i nostri referenti locali e ci organizzeremo di conseguenza“.

Non siamo ancora in condizione di quantificare il numero delle concessioni scadute a livello nazionale, perché avere informazioni dalle pubbliche amministrazioni è molto difficile e occorre richiedere l’accesso agli atti, con iter che non sono né agevoli, né immediati“.

Per la mia esperienza personale sul territorio -precisa il legale che è stato assessore a Rimini- posso dire che le concessioni balneari del comune sono tutte scadute e hanno beneficiato di proroghe illegittime, tra l’altro, con obbligo di disapplicazione da parte degli organi pubblici competenti inclusi gli enti locali che, invece, dal mese di dicembre scorso continuano a emanare atti di indirizzo con indicazioni dirigenziali di differimento della validità dei titoli al 31 dicembre di quest’anno. Proroghe totalmente prive di legittimità“.

Conamar lancia dunque il guanto di sfida alla copertura normativa offerta ai balneari, prima dal Decreto Draghi e oggi dalle misure disposte dal Governo Meloni che sono, tra l’altro, in netto contrasto con quanto previsto alla direttiva Bolkenstein sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali.

Ivi inclusi quelli forniti dagli stabilimenti che punteggiano la mappa costiera della Penisola e che ora rischiano di essere invasi da bagnanti privi di biglietto con tanto di secchiello, ombrelloni e asciugamani al seguito.

E c’è da chiedersi che ne sarà, a quel punto, anche dell’efficacia dei recenti provvedimenti varati dalla Giunta capitolina per mettere ordine al caos in cui versa il regime autorizzatorio delle concessioni sul Lido di Ostia (leggi qui).

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