Roma, rogo di Mezzocammino: scoperto un allaccio abusivo. Alimentava una centrale di Bitcoin

La centrale per Bitcoin scoperta all'interno del palazzo dove è partito il maxi rogo di Mezzocammino: rubata energia elettrica per mezzo milione di euro

Un sequestro dei carabinieri. Foto di repertorio

Da una cantina vicina al garage trasformato in discarica in largo Jacovitti, a Mezzocammino, finito divorato dalle fiamme il 31 dicembre mettendo a rischio un intero palazzo, è spuntata una centrale per coniare Bitcoin allacciata abusivamente alla rete elettrica pubblica. Tre persone, gli affittuari una coppia romana di 63 e 61 anni e un 28enne, sono stati denunciati dai carabinieri.

La centrale per Bitcoin scoperta all’interno del palazzo dove è partito il maxi rogo di Mezzocammino: rubata energia elettrica per mezzo milione di euro

A rinvenire l’allaccio abusivo con relativa sorpresa i militari della stazione di Vitinia competente per la zona e i colleghi del comando della Compagnia di Ostia, dopo la segnalazione della società Areti che nel riattivare la corrente a un centinaio di famiglie rimaste senza per il rogo aveva scoperto il maxi furto di elettricità.

Lì secondo la ricostruzione degli investigatori era stata attivata alle spalle dei romani una centrale di Bitcoin, criptovalute. Nei due locali cantina, che però non sono stati coinvolti dalle fiamme, affittati dalla coppia, un 28enne aveva sistemato potenti computer e calcolatori elettronici tutti collegati all’alimentazione elettrica tramite tre distinti allacci abusivi alla rete di “Areti”, che a Roma gestisce anche l’illuminazione pubblica e artistica.

“Cervelloni” attivi notte e giorno e quindi perennemente bisognosi di succhiare energia.

Secondo quanto stimato dagli investigatori dal 2019 avrebbero asportato indebitamente elettricità per oltre mezzo milione, precisamente 558.145 euro, compatibile appunto con l’attivazione della centrale per bitcoin.

L’indagine

Per i tre è scattata la denuncia di furto di energia elettrica. Le indagini non sono chiuse: gli investigatori stanno continuando a lavorare per accertare eventuali responsabilità e collegamenti col maxi rogo, agli atti finora escluso.

Secondo i primi accertamenti, infatti, l’incendio sarebbe partito dall’area dei garage trasformati in discarica. Ma non è escluso che uno sbalzo di corrente abbia potuto provocare un corto circuito. Alcuni residenti all’indomani del rogo avrebbero visto delle persone allontanarsi con dei pc e server.

In attesa della bonifica

Intanto a quasi quattro mesi dell’incendio, i residenti della zona teatro del rogo protestano per la mancata bonifica del sito.