Saluto fascista in ricordo del rogo di Primavalle, chi sono i 12 denunciati (c’è pure un ultrà della Lazio)

Saluto fascista a Primavalle: denunciati 12 attivisti, altri 15 identificati

Un momento della commemorazione di Acca Larentia

Saluto romano a Primavalle in occasione della commemorazione dei fratelli Mattei, la Digos individua 12 attivisti della destra radicale e li denuncia all’autorità giudiziaria. Tra di loro un capo ultrà della Lazio.

Saluto fascista a Primavalle: denunciati 12 attivisti, altri 15 identificati

Nelle giornate del 15 e 16 aprile si sono svolte diverse iniziative commemorative in ricordo di Stefano e Virgilio Mattei, figli dell’ex segretario della sezione Movimento sociale italiano di Primavalle, che persero la vita a 22 e 10 anni, il 16 aprile 1973, a causa dell’incendio della loro abitazione, sita in via Bernardo da Bibbiena, per mano di alcuni estremisti di Potete Operaio.

Nel corso della commemorazione regolarmente preavvisata, svoltasi nel pomeriggio di martedì 16 aprile sul luogo del rogo, al momento della chiamata del cosiddetto ”presente” alcuni dei partecipanti hanno effettuato il saluto romano, tenendo il braccio destro teso verso l’alto.

Le successive indagini condotte dalla Digos della Questura di Roma hanno portato alla denuncia in stato di libertà all’autorità giudiziaria di 12 persone ai sensi di una legge del 1952, la cosiddetta legge Scelba.

Si tratta, per la maggior parte, di militanti di formazioni politiche dell’estrema destra romana, tra cui ex attivisti, noti militanti e nuove leve di Forza Nuova e della sua emanazione giovanile Lotta Studentesca, oltre ad un capo ultrà di fede laziale.

Le indagini

Oltre ai denunciati, la Digos capitolina ha identificato altre 15 persone, tutte legate agli ambienti della destra radicale.

Sono al vaglio le immagini realizzate da personale della Polizia Scientifica per la cristallizzazione delle condotte ed eventuali ulteriori riconoscimenti.

Alla commemorazione hanno partecipato una cinquantina di persone tra cui l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e l’ex parlamentare missino Domenico Gramazio.

I due, però, non hanno esibito il saluto fascista.  Antonella Mattei, la sorella delle due vittime (all’epoca aveva 9 anni), aveva chiesto di stringere il pugno sul cuore per ricordare Stefano e Virgilio.

Lo dico a chi se lo sente. Sennò domani esce sui giornali che siete venuti qui solo a fare il saluto romano e passa in secondo piano la morte di Stefano e Virgilio. Non voglio strumentalizzarli. Non hanno avuto giustizia. Io non ho avuto giustizia”.

La richiesta di Antonella Mattei è stata raccolta dalla vecchia guardia. Mentre 12 persone hanno voluto ricordare i due giovani con il tradizionale saluto fascista.

Il saluto romano o fascista

Il saluto romano più correttamente noto come saluto fascista (anche perché in realtà mai in uso ai tempi dell’antica Roma), è un gesto in cui il braccio destro è completamente esteso in avanti e alzato di circa 135 gradi rispetto all’asse verticale del corpo con il palmo della mano rivolto verso il basso e le dita unite.

In alcune versioni, il braccio è sollevato ad angolo verso l’alto. In altre è tenuto parallelo al suolo.

Il primo è un tipo di saluto noto soprattutto per esser stato utilizzato dal fascismo italiano e successivamente da vari movimenti che lo imitarono (come il nazismo).

Il precedente di Acca Larentia

A gennaio (vedi foto di copertina) per le celebrazioni di Acca Larentia erano stati 14 i denunciati per il saluto fascista e l’assetto squadrista. La  manifestazione era stata organizzata il 7 gennaio di fronte all’ex sede dell’Msi dove nel 1978 vennero uccisi Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni.

Che per tutti denunciati amanti del saluto fascista poi si arrivi a una eventuale condanna questo però non è scontato. Proprio nei giorni scorsi la Cassazione, accogliendo il ricorso di 5 estremisti di destra, ha stabilito i presupposti affinché il saluto romano possa configurare reato.