Acilia, nuovo rinvio del processo per la morte di Riccardo Pica: la mamma chiede giustizia (VIDEO)

Il senzatetto vive a poca distanza da dove Riccardo Pica trovò la morte ma è come se fosse un fantasma

E’ di nuovo rinvio. Il processo per la morte del figlio Riccardo Pica è stato rimandato a settembre perché non si riesce a notificare l’avviso di avvio dell’udienza a Gheorge Barbalata.

Si tratta del senzatetto 54enne che insegui, brandendo un’accetta, il 15enne morto mentre scappava insieme ad alcuni amici con i quali era entrato nel Parco della Madonnetta (leggi qui). Un’area da anni in stato di abbandono e per questo scelta come luogo di permanenza da parte di diversi clochard.

Il senzatetto vive a poca distanza da dove Riccardo Pica trovò la morte ma è come se fosse un fantasma

Barbalata deve rispondere del reato di morte come conseguenza di altro reato nonché di minaccia aggravata dall’uso di armi e porto abusivo di armi. Tutto è, invece, rimandato di altri sei mesi.

Io sono morta il 26 febbraio quando è morto mio figlio, nel 2021 -dice mamma Daniela esasperata dalle lungaggini processuali- Così mi stanno ammazzando un’altra volta. A settembre c’era già stato un rinvio dell’udienza mentre lui se ne sta qui ad Acilia tranquillo e beato. Mio figlio sta sottoterra e allora aveva 15 anni. Adesso ce ne avrebbe avuti quasi 19. Non l’ho manco visto crescere e merito un po’ di giustizia”.

La mancanza di una residenza cui far pervenire le notifiche dell’iter processuale complica tutto. L’uomo venne fermato all’inizio del mese di  marzo  e successivamente rinviato a giudizio  (leggi qui).

Il processo sarebbe dovuto iniziare a settembre dell’anno scorso, ma le cose sono andate diversamente (leggi qui).

È la seconda volta -incalza la donna- che dicono che non gli riescono a notificare gli atti ma lui rifiuta ogni tipo di aiuto, forse per furbizia, questo non lo so, di certo anche i commenti su Fb mostrano dove si trovi come si fa a dire che non lo rintracciano? Basta, mi sento presa in giro! Mio figlio non aveva fatto niente di male, era un bravo ragazzo, era intelligentissimo, vado a trovarlo in cimitero e poi mi tocca incontrare lui che mi guarda male perché a suo giudizio sono io che gli sta rovinando la vita. No, non va bene”.

In effetti rintracciare Barbalata è abbastanza semplice. Vive in una tenda a poca distanza dal parco della Madonnetta in Largo Girolamo da Montesarchio. Una presenza che non sfugge neppure ai residenti che conoscono bene la vicenda.

A 100 metri di qui ci sono le scuole, mi pare una cosa un po’ bruttarella a vedere -osserva un passante-Purtroppo non è colpa sua, però neanche la nostra. Vederlo così con i bambini che passano… Anche perché lo vedi che lui non ha pudore, cioè non ha rispetto per nessuno. Dove la fa la fa. Cioè per strada, escrementi trovati anche qui vicino alla pescheria”.

Daniela è stanca, arrabbiata e oggi chiede solo giustizia per suo figlio.

Io sono stanca, io voglio avere un pizzico di soddisfazione, un pizzico, non dico tanto, un pizzico non mi basta, pjatelo e portatelo dentro, un pizzico, non chiedo nient’altro”.

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