Arrestati oltre dieci immigrati nell'occupazione e danneggiamento del Centro accoglienza: muri sfondati con le cabine telefoniche e auto a fuoco
Sarebbe stata la morte suicida di un giovane 21enne originario della Guinea, avvenuto alle prime ore di ieri domenica 4 febbraio, all’interno del Centro di accoglienza Immigrati di Ponte Galeria, a scatenare un’ondata di rabbia incontenibile da parte degli ospiti del reparto maschile del CPR, degenerata in incendi e danneggiamenti. Solo a tarda notte poliziotti e carabinieri sono riusciti ad introdursi nel CPR e sedare la rivolta. In tre sono finiti al pronto soccorso.
Solo oggi è iniziata la conta dei danni della violenta occupazione che ha investito come un tornado il Centro di Accoglieza Immigrati ieri domenica 4 febbraio a partire dalle 9,30.
Poche ore prima in quegli stessi ambienti, c’era solo il dolore per il suicidio di un ragazzo della Guinea di 21 anni che non aveva retto alla distanza dal suo paese, e a quella condizione in cui si sentiva prigioniero.
Secondo le prime indiscrezioni, lo avrebbe espresso su un foglio di carta, una lettera trovata quando per lui non c’era più nulla da fare, nonostante il tempestivo intervento del personale sanitario dell’Ares 118 che era già nella struttura.
Stamattina insieme alle dichiarazioni ufficiali, anche quella del Vescovo Gianrico Ruzza della Diocesi di Santa Rufina, che sul Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria, ha dichiarato:
“Esprimo turbamento e preoccupazione per quanto accaduto. La morte drammatica di un giovane, la rivolta delle persone ristrette, il ferimento del personale pongono domande improrogabili sulle condizioni di vita e di lavoro all’interno della struttura. Auspico che le autorità responsabili diano risposte risolute e urgenti per tutelare la dignità delle persone che la tradizione civile del nostro Paese deve garantire”.
La morte del 21enne, ha cancellato così il ricordo del suo viaggio drammatico per arrivare in Italia e quella condizione per lui insopportabile, generando nei suoi compagni impotenti di fronte alla tragedia, la rabbia incontenibile e distruttiva che sarebbe esplosa da lì a poco.
Alle 9.30 circa, il primo segnale di una lunga giornata di tensioni e distruzione, è partito dal denso fumo dei materassi dati a fuoco seguito dal lancio di oggetti contundenti contro il personale delle Forze dell’Ordine.
I diversi focolai sono stati subito spenti dai Vigili del Fuoco, dando nell’immediato la sensazione che tra i rivoltosi fosse tornata la calma, un’apparenza durata poco quando alle 13,00 è avvenuto un nuovo tentativo da parte degli ospiti di forzare uno sbarramento, con l’ennesima sassaiole verso gli operanti della sicurezza.
Quando il gruppo ha superato una porta riuscendo ad accedere in una zona dove erano parcheggiate le auto della Polizia di Stato, la situazione è definitivamente esplosa così come il fuoco acceso dai rivoltosi per cercare di incendiare i mezzi dei poliziotti; mentre altri ospiti accedevano in una stanza del personale dell’Arma dei Carabinieri danneggiando il locale.
Lacrimogeni e sbarramenti sono stati i mezzi messi in atto a quel punto per impedire la fuga degli ospiti, e solo a tarda sera, le Forze dell’Ordine sono riuscite ad accedere nella struttura occupata, e riportare gli ospiti nei settori sequestrando il materiale usato per le aggressioni.
Sono 14 gli ospiti di varie nazionalità arrestati, responsabili del ferimento di due carabinieri e un poliziotto, oltre agli ingenti danneggiamenti provocati, con almeno due muri di separazione tra i settori distrutti dalle cabine telefoniche usate come ariete.
Distrutti anche mobili e materassi, le porte di sicurezza, e le telecamere di videosorveglianza, oltre alla stanza dei carabinieri e un’auto della Polizia di Stato.