Roma, rivolta dei migranti e auto della polizia a fuoco nel Centro Prima Accoglienza

Rivolta terrificante scatenata nel centro di prima accoglienza da decine di migranti dopo la scoperta di un giovane africano morto all'interno

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Immagine di repertorio

Una giornata di follia e morte, questa domenica 4 dicembre, e dopo che un giovane africano 22enne originario della Guinea è stato trovato morto a Roma nel centro di prima accoglienza di Ponte Galeria, c’è stata anche una successiva coda violenta con distruzione e disordini con centinaia di persone inferocite contro la polizia.

Rivolta terrificante scatenata nel centro di prima accoglienza da decine di migranti dopo la scoperta di un giovane africano morto all’interno

In particolare, questa rabbia nello stesso posto dove si è ucciso il 22enne guineano è ovviamente dovuta alla furia con la quale gli altri occupanti del centro di prima accoglienza hanno dato vita a una rivolta, magari per aprirsi una via di fuga, con circa 30 persone che hanno iniziato a dar fuoco alle auto della polizia a presidio dell’area.

Questa mattina tutto aveva avuto inizio, come raccontatovi in un altro nostro approfondimento nell’articolo odierno, quando in mattinata nel centro di prima accoglienza di via Chiodi, a Ponte Galeria, hinterland di Roma, il 22enne africano era stato trovato morto verso le 6 del mattino.

A quel punto, in circa una trentina, hanno scatenato l’inferno, sfruttando la morte del guineano come pietra dello scandalo, loro che erano insieme a lui reclusi e ospitati forzatamente nel centro di via Cesare Chiodi: tentativi di fuggire e fare del male agli agenti, creando una rivolta dove è accaduto di tutto e di più.

Urla, violenza, persone e dipendenti del Cpt presi a sassate, grate divelte, distrutto tutto quel che poteva essere distrutto, aizzando contro le forze dell’ordine e auto in fiamme, mentre il commissariato di polizia di San Paolo approfondisce le indagini sulla morte del giovane africano trovato morto in cella.

Al momento dei disordini di questo pomeriggio presso il CPT di Ponte Galeria erano presenti anche 5 Carabinieri del Reggimento Lazio, in servizio di ordine pubblico che sono stati oggetto di lancio di sassi e indumenti incendiati.

Tra questi 2 Carabinierisono rimasti lievemente feriti, uno alla caviglia (slogatura) e uno causa sassata ricevuta al polpaccio.

Sanitari, intervenuti, hanno trasportato a titolo precauzionale gli infortunati presso l’Ospedale SantEugenio.

Di certo il nervosismo è andato fuori controllo anche perchè da tempo, non solo qui ma in tutti i centri di prima accoglienza e nelle carceri di tutta Italia, detenuti, persone “ospitate” e poliziotti convivono compressi, in strutture che ospitano molte più persone del dovuto, in condizioni di grave indigenza, spazi strettissimi ed igiene inesistenze, con le proteste che sono dunque divampate a Ponte Galeria da parte degli altri presenti.

D’altronde carceri e Centri di prima accoglienza sono notoriamente luoghi infernali, con condizioni di permanenza al limite del selvaggio e dove accade di tutto, una “terra di nessuno” dove illegalità e violenza creano vere e proprie tragedie e dove spesso si fa entrare di tutto, dalla droga, ai telefonini, alle playstation, ad altre “amenità” per allietare i detenuti, come accaduto e scoperto recentemente, ad esempio in un carcere della provincia romana.

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