Blitz in carcere a Velletri, il passatempo dei detenuti: droga, smartphone e play station

Sequestrata una play station, telefonini e droga: il blitz all'alba della polizia penitenziaria

Blitz all’alba con sorpresa nel carcere di Velletri dove i poliziotti della penitenziaria perquisendo a fondo le celle hanno scoperto che tra i passatempo dei detenuti c’erano anche film su Sky e Netflix e sfide con la Play station e non solo droga e smartphone, più di ‘routine’.

Sequestrata una play station, telefonini e droga: il blitz all’alba della polizia penitenziaria

A rendere noto il blitz, che ha visto in campo cento agenti, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

Il segretario nazionale Maurizio Somma, nell’annunciarla parte proprio dal sorprendente elenco dei beni sequestrati.

Gli agenti hanno rinvenuto ben sei apparecchi telefonici con i vari carica batteria, 2 fire stick (decoder particolare che consente agli utenti di accedere a vari contenuti delle tv a pagamento quali Sky, Netflix, Dazn) e addirittura una Play Station piccola portatile e qualche quantitativo di droga”, riferisce.

Somma poi elogia i colleghi per l’impegno “contro lo spaccio in cella, portato avanti con  abnegazione sebbene il corpo sia stato decimato nell’organico da scelte scellerate”.

Troppi cellulari nelle celle

L’ingresso illecito di cellulari negli istituti è ormai un flusso continuo”,
denuncia da parte sua Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

Ed evidenzia come non sia la prima volta che il SAPPE chieda nuovi provvedimenti  compreso quello di schermare le celle per impedire l’utilizzo degli smartphone.

Non si contano più i rinvenimenti e i sequestri di questi piccoli apparecchi. Le vie d’ingresso diventano molteplici, non ultima anche quella aerea a mezzo droni che sempre più spesso vengono avvistati e intercettati”, ha aggiunto Capece.

“La cosa grave è che denunciamo queste cose ormai da più di dieci anni e nessuno ha ancora fatto qualcosa. Tra l’altro, è assurdo che gli apparecchi per accertare la presenza dei telefoni cellulari non vengano usati nelle celle, ma durante lo svolgimento delle prove d’esame scritte del personale di polizia che ambisce ad acquisire il grado superiore! È una vergogna!”  aggiunge il leader del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria.

Le donne e gli uomini del Corpo sono quotidianamente impegnati nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. E nonostante la recente previsione di reato, nel Codice penale, per ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi.