L’attivismo cittadino di Sandra Milo: si schierò contro un ecomostro e la mala gestione dei cinghiali a Roma

Tra i ricordi social di Sandra Milo la grinta nelle sue battaglie cittadine: sul suo profilo le adozioni dei cani maltrattati e l'invasione della fauna selvatica 

Sandra Milo con uno dei suoi cani adottati - profilo Instagram

A poche ore dalla scomparsa di Sandra Milo, sui social si susseguono senza sosta migliaia di pensieri affettuosi nei confronti dell’attrice, che sarebbe certamente felice di sapere come il suo ricordo, oggi, stia volando ben oltre la carriera artistica e l’evitabile gossip.

La sua grinta “Sandrocchia”, la metteva infatti anche nell’attivismo cittadino, soprattutto quando c’era da schierarsi dalla parte degli animali e contro gli ecomostri o i parchi tematici. Celebre la sua battaglia contro Hydromania.

Tra i ricordi social di Sandra Milo la grinta nelle sue battaglie cittadine: sul suo profilo le adozioni dei cani maltrattati e l’invasione della fauna selvatica

Pur nata a Tunisi e con una breve parentesi milanese per sfilare come modella, Sandra Milo era sicuramente un cittadina romana, diventata la sua casa a tutti gli effetti, fin dai primi esordi nel mondo dello spettacolo nella Capitale, negli anni belli di Cinecittà, e cioè quelli d’oro delle più grandi firme di sempre del cinema italiano.

Sandra Milo, romana, lo era talmente tanto da prendere parte, ovunque si spostasse di casa nel territorio capitolino, alle svariate battaglie di quartiere. Insieme ai residenti di Balduina, l’ultimo quartiere in cui l’attrice si era spostata e dove è venuta a mancare questa mattina, aveva sollevato ad esempio la questione della mala gestione dei cinghiali romani, interpellando personalmente il poco ricettivo primo cittadino.

Nel quartiere, il problema annoso, è balzato più volte agli onori della cronaca per i vari casi di incidenti collegati agli incontri dei branchi, tra cui l’aggressione di una donna a passeggio a maggio del 2022.

Il suo profilo social poi, era diventato un punto di riferimento per le adozioni dei cani. Lei stessa aveva dato per prima il buon esempio raccontando di aver allargato la sua famiglia con i suoi figli a quattro zampe, Jim e Lady Sapphire, salvati da un terribile destino all’estero.

In un post Instagram a tal proposito, di recente si era sfogata contro una sedicente radio cinofila:

Hanno insinuato che non si dovrebbe mai far adottare un cane a una donna anziana (è intestato a mia figlia che se ne occupa in prima persona non lo tratta come un soprammobile da salotto ma gli permette di fare i suoi 12/15 km giornalieri); che Jim sarebbe sopravvissuto alla mia morte restando solo e che i miei eredi lo avrebbero ceduto; che sono stata privilegiata solo perché nota, che mi sarei rotta il femore cadendo per stargli dietro. A loro dico che non solo Jim non tira al guinzaglio e segue il conduttore senza strattonare ma che sono tutta intera alla faccia loro! Tiè”.

L’amore per gli animali era uno degli argomenti preferiti e condivisi con l’attore Enzo Salvi, anche lui attivista e testimonial di diverse campagne contro l’abbandono e la violenza di tutti gli animali.

Così come il lavoro che non ha abbandonato mai, la Milo fino all’ultimo momento della sua intensa vita, ha continuato ad utilizzare la sua immagine a favore delle adozioni, con un pensiero per due maremmani, Mariotto e Maria, in attesa di trovare una famiglia al rifugio di Ponte Marconi.

Nelle sue corde poi, c’era anche la battaglia contro tutto quello che poteva  compromettere la vivibilità di una zona. Un modo per entrare ancor di più – semmai ce ne fosse stato bisogno -, nel cuore di una comunità di quartiere.

Tanti i quartieri dove l’attrice ha vissuto dai Parioli al Nomentano, al Flaminio fino a Casal Lumbroso, tra le più lunghe residenze di Sandra Milo, che proprio lì intraprese una battaglia contro la costruzione del Parco Acquatico Hydromania.

Le sua ragioni all’epoca divennero una voce comune con i residenti, per quella che rappresentò una vibrante protesta contro l’opera, che pur portando ricchezza nella zona, era stata a suo dire, progettata troppo vicina alla abitazioni, con tutto il disagio del caos che avrebbe reso agli abitanti la vita impossibile.

Tornata a Roma nord dopo il Divino Amore, aveva intrapreso quella sulla pessima gestione dei cinghiali romani. Una convivenza impensabile per lei che con i suoi cani convivenza piuttosto con la paura di incontrarli, ma battendosi per il rispetto della loro natura selvatica.