Roma, “Entrare fuori, uscire dentro”: la rassegna di corti realizzati con i detenuti del Carcere di Rebibbia

Il cinema come strumento di formazione e ponte tra gli studenti a scuola e nel carcere: il progetto prende vita e diventa una rassegna di corti. In sala l'attore Salvatore Sasà Striano

Il Cinema come strumento educativo e sociale è il concetto alla base di un progetto creativo di grande valore mostrato oggi all’UCI Cinemas Porta di Roma, dove sono stati proiettati su grande schermo i cortometraggi realizzati dagli studenti dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “John von Neumann”, insieme ai detenuti della Terza Casa Circondariale e della Casa di Reclusione di Rebibbia, in sei mesi di riprese montaggi e post produzione, dal risultato a dir poco emozionante.

Il cinema come strumento di formazione e ponte tra gli studenti a scuola e nel carcere: il progetto prende vita e diventa una rassegna di corti. In sala l’attore Salvatore Sasà Striano

Si chiama “Entrare fuori, uscire dentro” ed è il progetto cinematografico ideato dall’Associazione Neverland, che oggi ha portato in sala all’UCI Cinemas Porta di Roma, un rassegna di dieci cortometraggi realizzati dagli studenti dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “John von Neumann”, con quelli della Terza Casa Circondariale e della Casa di Reclusione di Rebibbia.

Un insieme di piccoli capolavori, che sono l’elaborazione straordinaria e concreta di come l’arte possa essere un miracolo unificante e un ponte, così come tutta la cultura, per la libertà, realizzato nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola, in collaborazione con la Società Simvideo dei fratelli Saglio e l’Associazione culturale Neverland forza motrice del progetto.

Entusiasta la dirigente scolastica del Von Neumann, Claudia Angelini, che stamattina ha dichiarato: “Utilizzando il linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione, questo lavoro durato sei mesi, ha permesso di collegare le diverse comunità di studenti dell’Istituto, detenuti di un’età compresa fra i 20 e i 70 anni, e non”.

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Nella foto i registi Enzo Aronica e al regista Paolo Pasquini e a destra l’attore Salvatore Striano – canaledieci.it

Un obiettivo chiaro al responsabile scientifico e regista Enzo Aronica e al regista Paolo Pasquini, che hanno diretto la serie di narrazioni audiovisive che raccontano paure, passioni e sogni del passato, presente e futuro, con dieci  cortometraggi in cui si possono trovare sia storie di giovani adolescenti che di uomini maturi.

Un lavoro enorme e mai lasciato al caso per gli studenti, che attraverso una serie di laboratori hanno potuto apprendere tutti gli step necessari alla costruzione di un film, dall’ideazione, alla produzione fino alla post-produzione. Un percorso costruito anche attraverso una serie di “Incontri con il Maestro”, per confrontarsi con le maestranze del cinema ad altissimi livelli.

In sala l’attore Salvatore Sasà Striano, ex detenuto di Rebibbia

Il lavoro che è stato eseguito in un modo assolutamente corale, così come vuole l’attività di una casa di produzione cinematografica, con il coinvolgimento di 100 studenti, potrà essere nuovamente mostrato quando andrà in distribuzione, ma intanto tra i primi ad ammirare l’impresa c’era l’attore Salvatore Sasà Striano, ex detenuto di Rebibbia fino al 2008 e oggi straordinario attore:

 “Se pensi di fregare la scuola – ha detto – stai fregando te stesso! Io quando sono finiti dentro non sapevo leggere e la passione per la recitazione, che mi è venuta in carcere, mi ha spinto a studiare, a migliorarmi. Oggi, dopo 30 anni, posso dirmi soddisfatto: ho scritto tre libri, recitato in una trentina di film, lavoro nel cinema e nel teatro. Perché non è vero che alcune vite sono segnate: possono essere scritte male ma abbiamo il potere di riscriverle come piace a noi. Con lo studio e con una vita onesta”.

Un “vecchia” conoscenza per gli studenti dell’Istituto von Neumann, Striano già ad ottobre di quest’anno aveva portato loro la sua testimonianza a Rebibbia insieme ad una rappresentanza di detenuti, impegnati nel conseguimento in carcere del diploma di scuola superiore.

Fu in quella circostanza che Striano raccontò del suo esordio nel cinema grazie al regista Matteo Garrone, che lo scelse per il film Gomorra, proseguendo con film come Fortapàsc, Aria ferma, Nostalgia e Cesare deve morire dei fratelli Taviani, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 2012.