Rogo all’ospedale di Tivoli: cosa ha funzionato e cosa no (VIDEO)

Tutto quello che non ha funzionato: salvo solo il servizio dei soccorsi. Le indagini

Il sistema antincendio non ha funzionato, le porte tagliafuoco non si sono chiuse, le fioche luci di emergenza hanno retto per poco, troppi rifiuti speciali ammassati sotto le finestre dei reparti.

Tutto quello che non ha funzionato: salvo solo il servizio dei soccorsi. Le indagini

Il giorno dopo l’orrore di Tivoli emerge una sola verità: nel rogo dell’ospedale ha funzionato solo il servizio dei soccorsi, in particolare le tre autoscale che hanno prelevato dal quinto e sesto piano pazienti in barella non altrimenti trasportabili, mentre altre tre erano stati subito soffocati dal fumo tossico.

L’inchiesta aperta dalla procura di Tivoli che procede per omicidio colposo plurimo e incendio ora è focalizzata sulle cause dell’incendio ma anche su quello che non ha funzionato, sulle eventuali omissioni. Le indagini, intanto, sono concentrate sui due probabili inneschi.

Il primo individuato nel cumulo di rifiuti speciali, farmaci e attrezzature in disuso, accatastati dentro e fuori di gabbiotti sotto le finestre di radiologia. Qui i vigili del fuoco, guidati dal comandante provinciale di Roma Adriano De Acutis, hanno individuato il focolaio dell’incendio che venerdì notte ha ucciso tre anziani pazienti ricoverati al secondo e al terzo piano dell’edificio principale, dove si trovano i reparti di Medicina generale e di urgenza, Pierina Di Giacomo, 86 anni, Giuseppina Virginia Facca, 84 anni, e Romeo Sanna 87 di Guidonia.

Ma ci sono anche accertamenti su un secondo focolaio che si sarebbe scatenato in un’ala non frequentata del pronto soccorso (dislocato sopra radiologia), il reparto più danneggiato. Due punti cruciali in cui le operazioni di spegnimento e smassamento sono durate fino all’alba.

La notte da incubo resterà una ferita per Tivoli. Pazienti terrorizzati portati via a braccia  su lettighe e sedie a rotelle da medici e infermieri prima poliziotti e carabinieri poi, altri raggiunti dai pompieri con le autoscale dopo essersi rifugiati sui balconi, altri ancora inchiodati al letto. Per liberarli i vigili del fuoco hanno tagliato con la fiamma ossidrica le grate dei balconi.

I vigili del fuoco mentre tagliano le ringhiere dei balconi durante il rogo di Tivoli
I vigili del fuoco appena tagliata la grata di un balcone dell’ospedale per mettere in salvo una 98enne ed altri pazienti

Una corsa per salvare tutti, compresi i neonati di Pediatria e Neonatologia trasferiti in blocco al Cup tra le braccia delle mamme ammutolite dalla paura, le altre mamme invece ricoverate in Ostetricia, i malati oncologici, chi era intubato nel reparto di terapia intensiva.

Tra ricoverati e personale in 193 alla fine si sono ritrovati per strada al gelo, in una atmosfera surreale con venti mezzi dei vigili del fuoco impegnati e un via vai di ambulanze.

Pazienti respinti

A mezzanotte una ambulanza arriva da Castel Madama. “Che ci faccio io ora con questo paziente. E’ un emergenza andava ricoverato”, chiede il conducente. “L’ospedale brucia, non sappiano nemmeno dove portare i nostri. Portalo ovunque, nel primo ospedale che lo prenderà in carico…Qui è il delirio”, la risposta di un collega. Sessantanove i pazienti verranno trasferiti subito in altri nosocomi, altri 65 prima dell’alba.

Il pronto soccorso da campo

Tivoli intanto resta senza ospedale e 76 Comuni senza pronto soccorso di secondo livello Il “pronto soccorso” riaprirà da domani lunedì 11 dicembre: ma sarà una specie di ospedaletto da campo allestito nella palestra Maramotti non lontano dal San Giovanni Evangelista ormai fuori uso, dove sono stati dirottati parecchi pazienti salvati dal rogo.

La Palestra Maramotti a Tivoli prossimo "pronto soccorso"
Nella palesra Maramotti organizzato una sorta di pronto soccorso da campo. Foto Canaledieci.it

Solidarietà

Alle vittime il cordoglio della premier Giorgia Meloni e del ministro della Salute Orazio Schillaci, ieri arrivato a Tivoli, come il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il questore e il prefetto.
Il più sentito cordoglio ai famigliari delle vittime e la vicinanza a tutte le persone colpite“, ha detto la presidente del Consiglio.

Il bilancio è drammatico ma poteva essere peggiore“, le parole del prefetto di Roma Lamberto Giannini. “Vicinanza, compassione e preghiera” per tutti coloro che sono rimasti coinvolti nel rogo”: le parole espresse dal Vescovo di Tivoli e di Palestrina, monsignor Mauro Parmeggiani.