Tivoli, sindacato vigili del fuoco: “Per domare le fiamme scoperte altre zone di Roma”

Il dispiegamento di vigili del fuoco sull'ospedale ha evidenziato le lacune nel sistema di protezione della capitale

Decine di uomini e di mezzi dei vigili del fuoco hanno partecipato in queste ore allo spegnimento del rogo che ha ucciso tre pazienti e reso inagibile l’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli. Un intervento massiccio che ha evitato “conseguenze peggiori” ma che ha, praticamente, lasciato sguarnita la capitale esponendola al grave rischio di un’inadeguata protezione antincendio se, in concomitanza con quanto stava accadendo a est della città si fossero verificati altri gravi episodi.

Il dispiegamento di vigili del fuoco sull’ospedale ha evidenziato le lacune nel sistema di protezione della capitale

Lo denuncia, in una nota, il Conapo, sindacato autonomo dei Vigili del fuoco che elogia la “grande professionalità dei colleghi” ma al tempo stesso punta l’indice contro la carenza di misure di potenziamento degli organici soprattutto all’interno di una metropoli caratterizzata da “strutture sanitarie di dimensioni paragonabili interi Paesi concentrati in pochi edifici”.

Anche Pomezia -sottolinea il segretario generale di Conapo, Marco Piergallinia causa degli interventi in corso a Tivoli è rimasta senza autoscale ma la gestione della coperta corta da tirare dove serve non è detto che funzioni in eterno”. Gli interventi effettuati a Tivoli, incalza l’esponente del sindacato autonomo “hanno lasciato scoperte le altre zone della capitale e ci si è dovuti affidate all’auspicio che non accadesse un’altra emergenza. Per fortuna è stato così altrimenti non saremo stati nelle condizioni di portare soccorsi adeguati ad altre emergenze”.

Il dispiegamento di forze utilizzato per fronteggiare le fiamme divampate alla 22.30 circa di ieri, venerdì 8 dicembre, è stato davvero imponente. Svariate squadre si sono alternate sul fronte dell’incendio e della nube tossica che si è incanalata per diversi piani dove sono state poi soccorse le centinaia di persone rimaste bloccate all’interno della struttura (leggi qui).

All’opera di “smassamento”, come viene chiamata in gergo la fase propedeutica alla totale messa in sicurezza dell’area di intervento, è seguita anche quella di individuazione dei punti da dove l’incendio è partito. Stando ai primi accertamenti sarebbero, in particolare, due i focolai di innesco che farebbero pensare a un gesto potenzialmente volontario (leggi qui).

Il Conapo sollecita il Governo a potenziare la pianta organica nella città di Roma anche in vista del Giubileo

Ulteriori indicazioni alle indagini avviate dalla Procura di Tivoli che ha aperto un fascicolo sul caso potrebbero venire dalle telecamere di sorveglianza. Occhi elettronici che potrebbero aver ripreso la “persona sospetta” avvistata da qualcuno poco prima che si scatenasse l’incendio (leggi qui).

L’impegno dei vigili del fuoco è stato, in conclusione, ampio e totalizzante durante tutto il corso del drammatico evento per non dimenticare la fase di collaborazione con gli inquirenti nel tentativo di trovare tracce utili a ricostruire la dinamica dei fatti.  “Per questo motivo -sottolinea ancora il Conapo- da tempo stiamo sollecitando il ministro dell’interno Piantedosi e il sottosegretario Prisco a potenziare la pianta organica del comando dei vigili del fuoco di Roma, anche in vista dell’imminenza del Giubileo che vedrà la capitale d’Italia essere necessariamente oggetto di accresciute esigenze dal punto di vista del soccorso pubblico”.

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