Ostia, cade nella buca sul marciapiedi killer: l’ennesimo ferito in via delle Gondole

I marciapiedi di Ostia Ponente sono una trappola permanente dovuta all’incuria del X Municipio

Aveva appena portato la spesa alla madre che abita all’altezza del civico numero 149 di via delle Gondole. Poi, al momento di uscire in strada, sul marciapiedi, la scarpa che rimane impigliata in una delle mattonelle ormai dissestate da anni e lasciate al loro destino dal X Municipio e la caduta a faccia in giù con il braccio spezzato di netto.

I marciapiedi di Ostia Ponente sono una trappola permanente dovuta all’incuria del X Municipio

E ‘accaduto nelle scorse ore in una delle strade più popolose di Ostia Ponente dove il civico 149 e il marciapiedi dissestato sono al centro di una vicenda kafkiana e al tempo stesso tragicomica, se non fosse per il numero delle persone infortunate che sono rimaste vittime della stessa fila di mattonelle sconnesse a causa della presenza delle radici di un albero neanche tanto grande.

E’ una situazione che rasenta i limiti dell’assurdo e che mi ha riguardato personalmente perché ne rimase vittima, addirittura due anni fa, un’amica di mia zia che abitava proprio al civico 149 e cadendo al suolo si ruppe un braccio e il naso” dice Leandra Gargiulo responsabile per Ostia di Retake, l’organizzazione di volontari che si batte per la bellezza, la vivibilità e la rigenerazione urbana dell’intero territorio capitolino.

I marciapiedi situati su via delle Gondole, in direzione della chiesa di Santa Monica -spiega Leandra- non sono fatti di asfalto ma di mattoncini. E ‘quindi sufficiente anche una piccola radice per farli saltare perché, a differenza degli altri tipi di copertura, non si creano dei semplici avvallamenti ma delle vere e proprie voragini che l’amministrazione locale si limita a segnalare con i famigerati ‘pollai’. In attesa di lavori che non arrivano mai le reti arancioni plastificate vengono con il tempo rimosse o spostate dai cittadini estenuati dall’obbligo di procedere a zig zag esponendosi tra l’altro al rischio di essere investiti, o anche abbattute dal vento forte proveniente dal mare”.

Una situazione di degrado assoluto che riguarda anche altre zone del Lido di Roma ma che, in via delle Gondole, ha assunto proporzioni paradossali perché la buca su cui è inciampata l’ultima vittima è lì da anni e proprio la zia di Leandra Gargiulo, morta nel 2022, aveva avuto la geniale intuizione di segnalarne la presenza ai passanti evidenziandola con una bomboletta di vernice spray. “Un metodo poi copiato dallo stesso Municipio -sottolinea con ironia la responsabile di Retake a Ostia- che, invece di procedere alle riparazioni, ha pensato bene di utilizzare il rosso per rendere visibile il dissesto ed evitare che, soprattutto quando è buio, le persone finissero per inciamparci dentro rompendosi le ossa”.

L’amministrazione locale è, ovviamente, a conoscenza del problema e in diverse occasioni in via delle Gondole si è presentato anche l’assessore ai lavori pubblici e al patrimonio del X Municipio, Guglielmo Calcerano, mai andato oltre la mera richiesta di far installare, intorno alle buche, fragili transenne pronte a svanire al primo stormir di foglie. “Vengono qui -rimarca Gargiulo- chiamano la municipale che stende i ‘pollai’ e poi spariscono mentre le persone continuano a cadere come birilli”.

Ma fare causa al Comune per ottenere il risarcimento del danno è comunque un terno al lotto

Il paradosso è che, nonostante, le fratture chi rimane vittima di simili incidenti, solo in casi rarissimi, sembra ricevere il dovuto risarcimento dei danni da parte del Comune di Roma Capitale.

A termini di legge le procedure per ottenere la copertura offerta dalle Assicurazioni di Roma, società interamente partecipata dal Campidoglio, prevedono che, in caso di infortuni dovuti a responsabilità della pubblica amministrazione, si debba richiedere l’intervento di un’ambulanza sul posto esatto in cui si è verificato il fatto. Bisogna poi assicurarsi di avere a disposizione qualche testimone dell’accaduto e ottenere l’intervento della polizia locale che, presa visione dello stato dei luoghi, può redigere il verbale e documentare l’eventuale presenza di buche e radici affioranti. Una volta ottenuto il referto ospedaliero tutta la documentazione andrebbe trasmessa all’ufficio protocollo del X Municipio al seguente indirizzo pec: 20protocollo.municipioroma10@pec.comune.roma.it. Entro 90 giorni dal verificarsi dell’evento si può inoltre presentare una denuncia in sede penale per lesioni colpose.

Ma l’intero iter, anche se seguito alla lettera, non dà alcuna certezza al riconoscimento del diritto al risarcimento del danno perché in sede di giudizio la domanda avanzata nei confronti dell’ente locale, come testimoniato da persone che sono passate attraverso le “forche caudine” del procedimento, può benissimo essere rigettata. Per esempio se il fatto si è verificato di giorno quando le buche, anche non segnalate, sono facilmente visibili. Oppure se la persona infortunata indossava scarpe con i tacchi. Perché bisogna sempre stare attenti a dove si mettono i piedi. Soprattutto se nel momento in cui si cade si sta utilizzando il cellulare.

In generale, per farla breve, la colpa in primo luogo è quasi sempre del cittadino distratto e mai del Comune che lascia le strade in condizioni degne di uno scenario di guerra.