Ostia, la memoria corta del X Municipio spedisce nel dimenticatoio i bonificatori del Litorale

Nella giornata dedicata all’anniversario delle bonifiche spicca la mancanza di iniziative da parte del X Municipio ma si muovono altri enti e soggetti privati

In principio fu l’acqua. E in seguito, parlando dei giorni nostri, il vuoto pneumatico istituzionale con cui il X Municipio e il Campidoglio hanno steso un velo di spietato oblio su quanto realizzarono i bonificatori giunti dal nord per sottrarre, a paludi malsane e impraticabili a causa della malaria, il territorio su cui è sorta Ostia e con il tempo i numerosi agglomerati urbani disseminati nel vasto entroterra lidense.

Nella giornata dedicata all’anniversario delle bonifiche spicca la mancanza di iniziative da parte del X Municipio ma si muovono altri enti e soggetti privati

Era la tarda serata del 24 novembre 1884, quando dopo una sosta effettuata a Falconara per un cambio treno la tradotta si avvicinò a Fiumicino dove, il giorno seguente, giunsero 420 braccianti provenienti dalla cittadina di Ravenna per dare il via agli imponenti lavori necessari a prosciugare una vastissima area acquitrinosa. In quelle stesse ore fu posata la prima pietra del cantiere mentre i volontari iniziavano ad abbattere parte della pineta di Castel Fusano con turni massacranti di 10 ore per volta, dalle 5.30 alle 16.30.

Ma di tutto ciò, in occasione del 139mo anniversario della bonifica del litorale romano che ricorre domani, sabato 24 novembre, il X Municipio non conserva neppure uno straccio di memoria storica. Una purché minima iniziativa ufficiale di ricordo, come testimonia il fatto che non siano state organizzate iniziative istituzionali o altri eventi da pubblicizzare sul portale del Campidoglio privo di qualsiasi riferimento a un passato che rimanda a panorami tanto meravigliosi quanto un tempo assolutamente inospitali.

Non mancano, invece, come è tradizione ormai dalla metà degli anni Ottanta del Novecento, le celebrazioni organizzate dagli enti di ricerca e di custodia della memoria storica sorti proprio dove gli “scarriolanti”, i manovali che trasportavano la terra con cui si sottraeva spazio agli acquitrini, vissero e spesso morirono vittime delle punture all’epoca intrattabili delle zanzare anofele.

Al vuoto delle istituzioni fanno da contrasto le iniziative di ricordo organizzate dall’Ecomuseo di Ostia e Maccarese e dai socialisti ravennati

Nell’edizione di quest’anno l’Ecomuseo del litorale romano dedica un ampio programma di eventi che avranno luogo sia presso il polo ostiense in via del fosso di dragoncello 172 nell’area dell’impianto idrovoro di Ostia Antica, sia presso quello di Maccarese al castello di san Giorgio in piazza della Pace. Gli eventi comprendono approfondimenti, presentazioni di libri, dibattiti e proiezioni sulla grande opera di bonifica idraulica delle paludi e degli stagni litoranei effettuati per conto dello stato italiano dalla prima cooperativa bracciantile del mondo: l’Associazione Generale degli Operai Braccianti del Comune di Roma.

Domani a partire dalle ore 16.30 nella sede dell’Ecomuseo, alla Casa della Partecipazione a Maccarese saranno effettuate visite guidate all’archivio storico e si potrà assistere alla presentazione di un volume dedicato al Porto etrusco romano rimasto insabbiato per più di 2000 anni, oppure assistere alla proiezione di video storie tratte dal database dell’ente per ascoltare la storia del territorio raccontata da chi l’ha vissuta.

L’iniziativa proseguirà il giorno successivo, domenica 26 novembre, nel polo museale Pia Melandri situato nei pressi di Ostia Antica. In calendario tra le ore 14.00 e le 16.00 la proiezione dei materiali audiovisivi realizzati dalle scuole del X Municipio con il sostegno dei fondi statali e, a seguire la possibilità di partecipare alle visite guidate in programma alla sala delle pompe storiche facenti parti dell’impianto idrovoro che consentì di prosciugare il territorio litoraneo.

Il gemellaggio ideale tra la storia dei bonificatori ravennati e gli enormi sforzi fatti per fronteggiare la recente alluvione in Emilia Romagna

Il motto scelto per la manifestazione iniziativa, organizzata congiuntamente dalla CRT Cooperativa Ricerca sul Territorio di Ostia Antica e la Federazione delle Cooperative della provincia di Ravenna quest’anno è dedicato alle “Terre d’Acqua” e cioè ai legami umani, sociali, storici, ambientali che uniscono le terre poste alle foci del Tevere con quelle situate sul delta del Po.

Sarà acceso un Focus Speciale con proiezione di filmati sull’alluvione che ha colpito nei mesi scorsi diverse zone della Romagna e sulle sue conseguenze oltre che sul ruolo svolto della cooperazione ravennate nel fronteggiare anche i più recenti drammatici avvenimenti. All’evento parteciperà, infatti, anche il Presidente della Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna, Lorenzo Cottignoli.

Oltre al programma proposto dall’Ecomuseo nel vuoto siderale delle celebrazioni che ci si sarebbe attesi da parte dell’amministrazione locale e di quella capitolina, va segnalato  domani, a Ostia Antica anche l’intervento di una delegazione dei socialisti ravennati a ricordo degli altissimi costi sostenuti in termini di vite umane per risanare le paludi litoranee.

Verrà posta una corona davanti alla targa commemorativa dei protagonisti del socialismo romagnolo Andrea Costa e Nullo Baldini che condussero i cooperatori delle bonifiche. Nell’occasione sarà possibile visitare una mostra di pittura e di scultura con foto storiche dedicate alla memoria di quanto accadde 139 anni fa dopo che nel 1878, fu approvata la legge per il miglioramento igienico di Roma e la bonifica delle aree di Ostia e Maccarese. Legge attivamente sostenuta, affinché dalle parole si passasse ai fatti, dal deputato socialista Andrea Costa.

Nel 1883, nacque la prima cooperativa italiana denominata “L’Associazione generale operai e braccianti di Ravenna” formata da un nucleo di analfabeti, coraggiosi, determinati e rabbiosi volontari che, sotto l’egida di Nullo Baldini un altro esponente socialista, all’epoca appena ventunenne, scesero un anno dopo dal treno che veniva dal nord per combattere una sfida ai limiti dell’impossibile.

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Il gemellaggio gastronomico

Un gemellaggio non solo ideale ma anche di natura gastronomica quello rimasto tra i bonificatori ravennati e la comunità ostiense. Restano impressi nella manualità e, soprattutto, nel gusto gli speciali cappelletti preparati con la farcia di stracchino la preparazione dei quali è rimasta nel patrimonio di pochi chef di Ostia Antica.