Taxi, anzi tassisti, intoccabili a Roma. Alla decisione del Governo di autorizzare più licenze per le auto bianche le sigle sindacali dei tassisti hanno fatto muro e fissato uno sciopero, mentre il sindaco di Roma Roberto Gualtieri prende tempo più che decisioni.
Il decreto autorizza più taxi, i tassisti rispondono con lo sciopero. E Gualtieri nicchia
Il 10 ottobre, infatti, sarà sciopero di 24 ore dei taxi e “la causa scatenante è il decreto Asset, un provvedimento omnibus predisposto non a caso nel periodo estivo, con tempi di approvazione contingentati, 60 giorni“, afferma l’Usb taxi ricordando la protesta indetta per martedì prossimo insieme ad altre sigle.
“Ci siamo stancati di questa situazione. Siamo oggetto di uno scontro politico, di uno scaricabarile continuo tra governo e enti locali”. Ad affermarlo all’Adnkronos è il segretario nazionale di Orsa Taxi, Rosario Gallucci, in merito allo sciopero sostenuto anche da Fast Cofsal.
“Con lo sciopero del 10 ottobre prossimo vogliamo far capire come il ‘decreto Asset’ sia una legge piena di insidie e pericoli, perché sì si parla di un aumento del 20% delle licenze, ma bisogna fare attenzione perché al bando delle nuove licenze possono partecipare società e privati, e questo per noi rischia di avvantaggiare le multinazionali. – spiega Gallucci – Tra le altre motivazioni c’è anche lo stop dei decreti attuativi della legge n.12/2019 non ancora predisposti, nonostante siano trascorsi oltre 4 anni e mezzo”.
“Siamo un settore complementare e integrativo al trasporto pubblico locale. Osserviamo che spesso le città e gli enti locali si nascondono dietro la categoria per risolvere i problemi del Tpl. – conclude Gallucci – I disservizi del tpl creati dalle amministrazioni locali sono reali ma non possono essere i tassisti a risolverli. Siamo un servizio complementare e integrativo. Se si rompe una metro o i bus non funzionano, non possono essere i taxi a risolvere la situazione”.
Il ministro bacchetta Gualtieri
Il ministro delle Imprese Adolfo Urso, invece, scrive ai sindaci chiedendo loro di sfruttare subito le nuove norme per aumentare le licenze dei taxi.
Ma il primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri nicchia e insiste: l’iter previsto dal decreto Asset toglie soldi ai cittadini, basterebbe un decreto di una riga per correggere il “pasticcio”. E domani avvierà la ‘vecchià procedura, quella ordinaria.
Gualtieri ha bollato il decreto come “fatto male e inutilizzabile”. “Non accampi scuse”, la risposta del ministro che ha inviato ai sindaci una lettera sollecitandoli ad applicare le nuove regole che danno la possibilità di indire gare rapide per assegnare fino al 20% in più di licenze: “Ho scritto loro perché si attivino subito – dice oggi – i cittadini non possono aspettare un giorno di più”.
Secondo Gualtieri con l’iter standard il denaro derivato dall’acquisto delle licenze va all’80% ai tassisti detentori delle licenze pre-esistenti, a titolo compensatorio, e al 20% al Comune.
Con il dl Urso – secondo il sindaco di Roma – si risparmia sì, del tempo ma quei soldi vanno al 100% ai tassisti, “e in una città come Roma parliamo di svariati milioni. Io devo scegliere tra usare la procedura ordinaria o perdere risorse preziose”.
Gualtieri opta per le prime e già domani un incontro con i sindacati avvierà l’iter “vecchio stile”: l’ipotesi è di circa 1.500 licenze in più rispetto alle 7.800 già circolanti in città.
Ma sarà braccio di ferro con la categoria. Tra i primi a rispondere Loreno Bittarelli, presidente Cooperativa RadioTaxi 3570, che boccia immediatamente l’idea di Gualtieri: “Millecinquecento taxi? Una follia, non si sparino numeri a caso …“.
Il Codacons contro i sindaci
Per il Codacons, invece, con il dl Asset “i sindaci non hanno più attenuanti: siamo pronti a denunciare quei Comuni che non si attiveranno per aumentare il numero di auto bianche”. Intanto il caso dei disservizi taxi a Roma è diventato nazionale e, per ora, senza via di uscita.