L'arbitro lidense, classe 1989, debutta per la prima volta da fischietto "romano" contro una delle due squadre capitoline nella delicata sfida dell'Olimpico tra Roma e Frosinone
Matteo Marchetti è il fiore all’occhiello tra gli sportivi di Ostia, perchè arbitrare in serie A da diverso tempo, da ormai 2 anni, e gestire per la prima volta una partita dove sarà impegnata, nel posticipo serale di domani sera, domenica 1 ottobre, la squadra della tua città, la Roma, (quantomeno la metà giallorossa) è sempre qualcosa di molto delicato per mille motivi.
Roma-Frosinone delle 20.45 di domani sera, sarà il posticipo domenicale del prossimo turno di serie A, e coinciderà con il debutto del “ragazzo prodigio” della sezione di Ostia allo stadio Olimpico in una partita della Roma (e di una delle due romane in generale).
I giallorossi di Patron Friedkin sono una squadra tuttora in grave difficoltà di classifica, uscita con le ossa rotte dal 4-1 dello scorso turno infrasettimanale a Marassi, dove il Genoa di mister Alberto Gilardino ha stravinto (e per par condicio i genovesi hanno battuto a domicilio anche la Lazio ad agosto all’Olimpico).
Dunque sulla carta, come conferma la classifica, sarà sfida delicatissima, dato che la piazza di Roma da sempre è super esigente, e in particolare la società di Trigoria ha il terzo monte ingaggi più alto di questa serie A 2023/2024 (vedi Lukaku e Dybala).
Al contrario il Frosinone, che pure dovrebbe essere una “cenerentola”, appena tornata nella massima serie (vincendo la B), è giovane, ambizioso e gioca benissimo, affrontando già banchi di prova importanti come il Napoli scudettato, dove i ciociari hanno perso di misura, e il Sassuolo, che ha perso 4-2 al “Benito Stirpe”, impianto di casa (e parliamo di una squadra, quella neroverde, che ha battuto in serie Juventus e Inter nelle ultime due giornate).
Marchetti, nato a Ostia il 10 novembre del 1989, arriva dal basso, dalla gavetta, soprattutto è partito da quella “fucina” di fischietti di qualità che è la Sezione Aia di Ostia Lido.
Si è fatto strada iniziando come tanti ragazzi amanti del calcio in una “mitica” sede Aia, che è sempre la stessa, dove troneggia un biliardino che ha visto sfide infuocate tra centinaia di arbitri, negli stabili incastonati tuttora vicino all’Isola Ecologica dell’Ama, All’Ostiamare, alla stazione del Trenino della ferrovia Roma-Lido (fermata Stella Polare), con l’ospedale Grassi a breve distanza, in piazza Giovanni Battista Bottero e per anni agli inizi si è allenato anche nel vicino stadio Pasquale Giannattasio.
Prima di lui, c’era stato Riccardo Tozzi di Ostia Lido,ad assaggiare i palcoscenici prestigiosi della serie A, un’altro che resta un grande atleta e professionista del calcio a 11, ma Matteo Marchetti sta superando ogni aspettativa e la stessa cosa, in un ruolo diverso, è accaduta anche a Paolo Ricci, suo presidente di Sezione, è stato guardalinee al top nel gotha del calcio del Belpaese.
Matteo Marchetti ha compiuto un percorso netto, vissuto da protagonista andando anche oltre gli infortuni che sembravano avergli sbarrato la strada più di una volta, oltre i problemi personali (una settimana fa doveva arbitrare a San Siro, la ‘Scala del Calcio’ quando è stato sostituito all’ultimo istante dal napoletano Fabio Maresca che ha poi diretto Milan – Hellas Verona 1-0).
Fisico asciutto, alto, atletico, profilo basso, non è infrequente vederlo allenarsi anche in alcune palestre di Ostia, spesso da solo e in aggiunta agli allenamenti nei poli predisposti dall’Aia.
Studente nelle scuole lidensi, studente di giurisprudenza all’università e cresciuto nella vicina Ostia Antica, è da subito apparso la gemma della sezione arbitrale, per la sua grande falcata, le poche ma ferme parole e il rispetto ottenuto con un semplice sguardo dai calciatori, che fossero della Terza categoria, della Juniores o si trattasse di un campione affermato della massima serie.
Molto stimato dai vertici federali, come tutti gli atleti top sta lavorando per diventare internazionale e già di recente ha iniziato ad affacciarsi anche in Europa, cominciando a fare da assistente arbitrale in gare di Conference League e l’anno scorso, in uno scambio internazionale tra federazioni, ha diretto sfide del massimo campionato di Cipro, con successo.
Nel 2010, giovanissimo, era in Eccellenza, un anno dopo entra a far parte del C.A.I, dove rimane per una sola stagione.
L’anno dopo, Matteo Marchetti supera il suo ennesimo grande banco di prova, quando nella stagione 2011-2012 dirige la semifinale di Coppa Italia dilettanti tra Pisa e i piemontesi del Verbania.
Dopo tre anni di Serie D, viene promosso in Lega Pro e, in una scalata sempre più convincente, tre anni fa, nel 2020 viene promosso in Serie B, categoria in cui esordisce il 4 ottobre 2020 nel match tra Cittadella Padova e le “Rondinelle” del Brescia, finito 3-0 per i veneti.
Durante la stagione 2020-2021 esordisce in Serie A, il 20 febbraio 2021, in occasione del match tra Genoa e Hellas Verona (2-2).
Il 17 maggio 2023, come accennato poco sopra, nell’ambito di una collaborazione tra la Federazione Cipriota e l’AIA, insieme al collega Alessandro Prontera, viene designato per la partita APOEL-AEK Larnaca, valida per A’ Katīgoria.
La Roma dunque sarà arbitrata da un fischietto romano, come capitato già nel derby recentemente stravinto dall’Inter di Simone Inzaghi qualche settimana fa per 5-1 contro il Milan, il direttore di gara è stato (bravo, al netto di qualche polemica) il milanesissimo Simone Sozza, arbitro della sezione meneghina.
Già, perchè da quest’anno non esiste più il cosiddetto “vincolo territoriale”: se sei bravo, e Marchetti lo è, puoi arbitrare anche squadre della tua regione o città, facendo riferimento alla sezione arbitrale di appartenenza.
Come giusto che sia, dato che i calciatori possono giocare anche contro squadre della città dove sono nati, o ex squadre delle quali vestivano la maglia fino alla settimana prima.
Perchè gli arbitri sono atleti che si allenano 7 volte su 7, corrono e si nutrono con attenzione maniacale come e più dei calciatori (pensate a quanti allunghi deve fare un arbitro soprattutto nelle categorie inferiori, dato che fino alla promozione non esistono affatto i guardalinee, figuratevi se esiste il Var) e Marchetti, come ogni suo collega di ogni categoria, giustamente pensa alla carriera, che è in rampa di lancio oltre mille difficoltà, ai (tanti, per un lavoratore normale) soldi che si guadagna meritatamente ad ogni partita, a una vita sportiva fatta di sacrifici e che può finire o venire compromessa irrimediabilmente al primo errore grave.
Dunque, val bene un romano (e lidense) ad arbitrare la Roma, date le pressioni e gli occhi addosso, e l’orgoglio di essere uno dei più stimati fischietti giovani italiani, sicuramente il migliore e più in vista di Ostia, vero vanto del X Municipio di Roma.
Oltre che la prima gara in assoluto con la Roma, Marchetti va visto nell’ottica del Frosinone Calcio, ovvero della squadra allenata dall’ex coach e calciatore giallorosso (scudettato, con Fabio Capello in “panca”) il pescarese Eusebio Di Francesco.
Squadra lungimirante e in costante crescita, già stata in A, il Frosinone di Patron Stirpe, una tra le poche ad avere uno stadio gioiello, ultramoderno e soprattutto di proprietà (le altre ad averlo sono Udinese e Juventus).
Per i romanisti Eusebio Di Francesco, già stantuffo della nazionale azzurra, è soprattutto l’autore della miracolosa rimonta con la quale il 10 aprile del 2018 battè con i suoi il Barcellona di Messi per 3-0 nel ritorno dei quarti di finale di Champions League, ribaltando il risultato sfavorevole dell’andata e qualificandosi per il turno successivo.
Una gara perfetta,quella sera, forse la più bella della storia recente della Roma in Europa, dove mister Di Francesco ha toccato il punto più alto della sua storia da tecnico, entrando nell’Olimpo degli allenatori della As Roma grazie alle reti di Edin Dzeko, De Rossi e Kostas Manolàs, tre campioni che non giocano più con la lupa sul petto o non giocano proprio (vedi l’altro orgoglio ostiense Daniele De Rossi).
Ora “Di Fra”, dopo vari esoneri, vedi Cagliari e Sassuolo, sembra essere rinato, ed è lanciatissimo con il suo Frosinone “low cost“, la squadra con il monte ingaggi più basso della serie A, neopromossa, eppure capace di avere, tra le squadre laziali, più punti di tutti in questo inizio di A (5 punti la Roma, 9 il Frosinone, 7 la Lazio di Sarri oggi impegnata a Milano con il Milan).
Ottavo il Frosinone, sedicesima, appena un pelo sopra la zona “calda” che porta dritta alla serie B, la Roma di mister Mourinho.
All’appuntamento in questione, i calciatori frusinati ci arrivano pimpanti come non mai, forti dell’ultimo 1-1 casalingo ottenuto in rimonta contro la Fiorentina, grazie a un gol di testa dell’argentino Matias Soulè. Anche il portiere dei “Leoni”, Stefano Turati (altro prestito, proprio dal Sassuolo) si è già distinto in pochissimi turni, per alcune parate sensazionali, una proprio contro la squadra che ne detiene il cartellino.
Un collettivo ricco di giovani arrivati in prestito da grandi club, come ad esempio il brasiliano Reinier del Real Madrid, o dalla Juventus, dove il ds ciociaro Guido Angelozzi ha pescato a piene mani, portando a Frosinone i vari Soulè, Kaio Jorge e il pilone di centrocampo Barrenechea, oltre che di ex Roma (il terzino 24enne, classe 1998, Riccardo Marchizza, che ai tempi delle giovanili giallorossi era un promettente difesore centrale).
Marchetti nelle scorse stagioni ha arbitato il Frosinone già 4 volte in Serie B, ma mai in serie A.
Nel torneo cadetto, con il fischetto lidense “alla guida”, per i giallazzurri del Basso Lazio ci sono state 2 vittorie, 1 pareggio e una sconfitta.
La coppia di guardalinee per questo Roma-Frosinone che inaugurerà il mese di ottobre, sarà formata da Mondin e Cipressa, con Piccinini che vestirà il ruolo di quarto uomo. Al VAR presente Abbattista, mentre all’AVAR ci sarà Irrati.
Andando a vedere nel complesso lo score dell’arbitro dell’incontro, sono già 23 i “gettoni” di presenza con altrettante gare di serie A dirette da Marchetti, con in totale nella massima serie calcistica italiana 93 gialli e 3 rossi, dei quali 2 espulsioni per somma di cartellini gialli, e 12 rigori assegnati.
In una recente intervista durante una premiazione nel maggio del 2023 in provincia di Viterbo davanti ai vertici dell’Aia, l’Associazione Italiana Arbitri, Matteo Marchetti invitava così i giovani arbitri a gestire e amare la professione arbitrale: “Dovete conoscere il regolamento e allenarvi con costanza – ha detto ai giovani colleghi – ma occorre la mentalità, mettersi in discussione, avere capacità di autocritica e di autovalutazione delle proprie prestazioni. Non esaltatevi nei momenti positivi e non vi abbattete quando le cose non vanno bene. Anche le gare apparentemente facili devono essere affrontate con la stessa intensità e non prese sottogamba. Un altro pregio è quello di restare umili – ha spiegato Marchetti – imparare dagli errori degli altri anziché criticare i colleghi e domandarsi cosa dovremmo fare se un episodio simile accade a noi sul terreno di gioco. Potete imparare molto andando a vedere i colleghi quando arbitrano e ascoltare con attenzione i consigli degli osservatori arbitrali e degli arbitri più esperti. Questo consente di migliorarsi giorno per giorno e non lasciare nulla di intentato. Anche perché un bivio durante l’attività arbitrale arriva per tutti e occorre fare delle scelte.”
Inoltre Marchetti stesso era stato vittima suo malgrado di un episodio di cronaca recente, quando l’anno scorso gli è stato rubato uno zainetto poi ritrovato, durante un suo soggiorno in un albergo di Genova, dove si trovava in trasferta per una partita di serie B, quando i rossoblù liguri ospitavano il Cagliari.
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Foto Fonte sito ufficiale Aia Associazione Italiana Arbitri